Sentenza della Corte di cassazione sui cittadini italiani che vivono in Svizzera ma lavorano in Italia
La Corte di Cassazione italiana ha stabilito che l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) non dev’essere pagata in Italia dai cittadini italiani che vivono in Svizzera ma lavorano in Italia: viene ritenuto rilevante il domicilio fiscale che è il luogo dove il contribuente ha la sede dei propri affari e interessi sia personali che patrimoniali. Il contenzioso era nato dopo che l’Agenzia delle entrate, con avviso di accertamento, aveva contestato l’omessa dichiarazione al dipendente di una società.
I giudici della suprema Corte hanno rilevato che il lavoratore è residente in Svizzera ed è regolarmente iscritto all’Aire, l’anagrafe dei residenti all’estero. Sul punto, il collegio ha ricordato che "il domicilio deve essere inteso come la sede principale degli affari e interessi economici nonché delle relazioni personali, come desumibile da elementi presuntivi. Il concetto di domicilio va valutato, cioè, in relazione al luogo in cui la persona intrattiene sia i rapporti personali che quelli economici, dovendo il concetto di interessi, in contrapposizione a quello di affari, intendersi comprensivo anche degli interessi personali". Inoltre, secondo il collegio giudicante, la vicinanza tra luogo di residenza e sede di lavoro non impedisce di considerare il centro di interessi vitali oltre il confine.