Per l’Azienda elettrica un utile netto di 19 milioni, favorito dalla produzione superiore alla media e dal rialzo dei prezzi dell’energia
Il bilancio del 2021 dell’Azienda Elettrica Ticinese (Aet) si è chiuso con un utile netto d’esercizio di 19 milioni di franchi, in crescita del 46% rispetto ai 13 milioni dell’anno precedente. I risultati sono stati presentati questa mattina a Monte Carasso, alla presenza del consigliere di Stato Christian Vitta, del presidente del Consiglio di amministrazione Giovanni Leonardi, del direttore Roberto Pronini e del vicedirettore responsabile delle finanze Flavio Kurzo.
A contribuire al buon risultato, in primo luogo i dati sulla produzione idroelettrica superiore alla media del periodo 2011-2020 sia per quanto riguarda gli impianti dell’azienda, per i quali si è attestata a 934 GWh, sia per quanto riguarda la produzione da partecipazioni, che è stata di 637 GWh.
A favorire il raggiungimento del risultato anche il rialzo improvviso ed eccezionale dei prezzi dell’energia elettrica sui mercati all’ingrosso nel secondo semestre, un trend che, rafforzato dallo scoppio della guerra in Ucraina, caratterizzerà il mercato energetico per gli anni a venire. In questo difficile contesto si inserisce il recente intervento del Consiglio federale, che ha sottoposto alle Camere il messaggio sulla nuova Legge federale relativa ad aiuti finanziari concessi a titolo sussidiario per salvare le imprese del settore dell’energia elettrica di rilevanza sistemica: il tema dell’approvvigionamento elettrico figura fra le priorità dell’Autorità federale.
Per quanto concerne il 2022 la produzione del primo semestre è condizionata in negativo dalle scarse precipitazioni dell’ultimo periodo in Ticino, ciò che impone cautela sulle previsioni. Ciò nonostante, l’Azienda "dispone delle risorse tecniche e delle capacità professionali necessarie ad affrontare le sfide future e guarda con fiducia ai prossimi anni".