Ticino

Accordo sui frontalieri, in Italia rallenta a causa della guerra

Il presidente della Commissione esteri del Senato Petrocelli, filoputiniano, non si dimette neanche dopo l’addio di tutti i commissari per farlo decadere

Ma il senatore Alfieri: ‘Le tempistiche saranno rispettate’
(Ti-Press)
5 maggio 2022
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Si allungano i tempi dell’iter parlamentare per arrivare alla ratifica dell’accordo italo-svizzero sulla nuova imposizione fiscale dei frontalieri, firmato il 20 dicembre 2020, con l’impegno di farlo entrare in funzione il 1° gennaio 2023. Dopo il recente via libera definitivo da parte svizzera, la discussione in Italia è ferma nella commissione Esteri del Senato a causa della dichiarata posizione filorussa del suo presidente, Vito Petrocelli (Movimento Cinque Stelle, dal quale è stato espulso).

L’ex pentastellato non ne vuole sapere di dimettersi, anche se tutti gli altri componenti della commissione si sono dimessi: rimane aggrappato al regolamento di Palazzo Madama, che non consente cambi in corsa non volontari alla guida delle commissioni. Non solo: Petrocelli, contrario all’invio di armi a Kiev e che il 25 Aprile, festa della Liberazione aveva esaltato su Twitter la ‘Z’ putiniana, annuncia il ricorso alla Corte costituzionale. La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, preso atto che non ci sono più le condizioni per far lavorare la commissione, ha fatto sapere che la prossima settimana la farà decadere, per poi avviare le procedure affinché ne venga insediata una nuova, con i senatori dimissionari, e ovviamente senza Petrocelli.

Insomma, ci sarà ancora Alessandro Alfieri, senatore democratico varesino, relatore del Disegno di legge in discussione in commissione Esteri del Senato, e rappresentante del Governo per i problemi transfrontalieri, che afferma: «Questa battuta di arresto non ci voleva. Il cronoprogramma che ci siamo posti prevedeva per la metà di questo mese l’approvazione dell’accordo. A questo punto la ratifica slitta di un mese. Comunque non ci sono problemi. La presidente Casellati ha assicurato che a breve la commissione tornerà a operare. Il disegno di legge passerà poi al vaglio delle commissioni della Camera». Rischi di non arrivare in tempo? «È quanto ci ha chiesto nei giorni scorsi il presidente della Confederazione elvetica Ignazio Cassis, che a Milano ha partecipato assieme ai ministri Di Maio e Colao, all’inaugurazione della ’House of Switzerland’». E cosa è stato risposto a Cassis? «Che il via libera da parte del parlamento italiano alla nuova imposizione fiscale dei frontalieri ci sarà entro il prossimo mese di ottobre e che quindi l’entrata in vigore il 1° gennaio del prossimo anno dell’accordo italo-svizzero sarà rispettata. Non ci sono ostacoli perché ciò non possa accadere».