Con un‘iniziativa i deputati ecologisti al Gran Consiglio chiedono di introdurre l’obbligo di installare gli impianti. Svolta solare da ’velocizzare’
La "svolta solare" va accelerata, sottolineano i Verdi. Per questo chiedono di introdurre in Ticino "l’obbligo di installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di corrente elettrica su tutti gli edifici esistenti", privati e pubblici. Con un’iniziativa parlamentare, primo firmatario Matteo Buzzi, i sei deputati ecologisti al Gran Consiglio propongono quindi di modificare in tal senso la Len, la Legge cantonale sull’energia. Legge già oggetto nel recente passato di una revisione, che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi. I Verdi suggeriscono però di andare oltre a quanto deciso nel maggio dello scorso anno dal parlamento. E cioè di non limitare l’obbligo dell’impiego di fonti energetiche rinnovabili ai nuovi edifici, ma di estenderlo a quelli esistenti. Di ancorare alla legge l’obbligo anche per "tutti" gli edifici esistenti dell’utilizzo delle rinnovabili, "in particolare" del fotovoltaico.
Gli iniziativisti non hanno dubbi: "Per salvare il clima e uscire dai combustibili fossili, abbandonare definitivamente il pericoloso e costoso nucleare, evitare possibili blackout elettrici, diminuire la dipendenza dall’estero, oltre a insistere sull’efficienza energetica, è fondamentale aumentare velocemente la produzione di elettricità da fonti rinnovabili e in particolare con il solare fotovoltaico". Di qui la proposta al centro dell’iniziativa. Una proposta "per sfruttare in tempo utile il grande potenziale a disposizione in Ticino, soprattutto sugli edifici già esistenti". Considerando "tutte le superfici degli edifici (tetti) con potenziale solare sufficiente, la produzione cantonale di corrente elettrica potrebbe essere così aumentata di circa il 30%", sottolineano gli ecologisti nell’atto parlamentare. Secondo Buzzi e colleghi, eccezioni all’obbligo di installazione di un impianto fotovoltaico "sarebbero possibili nel caso di basso potenziale solare, in caso di impedimenti tecnici e nel caso un edificio abbia dei vincoli di protezione". Il termine entro cui il proprietario dell’immobile dovrebbe far capo al fotovoltaico verrebbe definito "nel regolamento di applicazione". Al massimo, auspicano gli iniziativisti, "entro quindici anni dall’eventuale approvazione della modifica legislativa" che chiedono. Non solo. Gli ecologisti sollecitano pure "una promozione dei sistemi di stoccaggio (idroelettrico, gas e batterie)".
Con la loro iniziativa parlamentare allestita nella forma elaborata, gli ecologisti propongono di ritoccare il secondo capoverso del nuovo articolo 10 della Len, nuovo in quanto uscito dalla revisione legislativa del maggio 2021. Di seguito il testo del capoverso che i Verdi suggeriscono di inserire nella Legge cantonale sull’energia: "Tutti gli edifici devono dotarsi della necessaria impiantistica per produrre una parte di energia elettrica a copertura del proprio fabbisogno tramite l’impiego di fonti rinnovabili, in particolare con il solare fotovoltaico. L’impianto di produzione di energia elettrica deve avere almeno una potenza di 10 W per m² di superficie di riferimento energetico. Sono possibili eccezioni in caso di basso potenziale di energia rinnovabile. Per gli edifici esistenti sono possibili eccezioni nel caso in cui l’installazione non sia tecnicamente ragionevole e nel caso in cui l’edificio abbia dei vincoli di protezione. Negli edifici nuovi le superfici dei tetti idonee devono essere utilizzate il più possibile per il solare fotovoltaico".
A neanche un anno dalla revisione della Len si chiede di intervenire sulla stessa normativa: non c’è il rischio di generare un po’ di confusione? «Dalle mie informazioni, l’entrata in vigore della Legge cantonale sull’energia modificata il maggio scorso è prevista entro la fine di quest’anno, una volta pronto il relativo regolamento – afferma Matteo Buzzi, interpellato dalla ‘Regione’ –. Senz’altro più lunghi saranno i tempi per l’evasione della nostra iniziativa parlamentare. Pertanto non ci sono sovrapposizioni». Ciò che propongono gli ecologisti solleva comunque la questione del finanziamento. «Chi installa un impianto fotovoltaico – ricorda il parlamentare dei Verdi – può fare richiesta dei sussidi pubblici (federali, cantonali e in alcuni comuni anche comunali), che sono plafonati. In seguito all’entrata in vigore della nuova Len e, come spero, di quanto chiediamo con l’iniziativa, questi sussidi dovranno essere ovviamente potenziati, affinché tutti possano usufruirne. Faccio presente che l’investimento in un impianto fotovoltaico è finanziariamente redditizio sul lungo termine e lo è anche senza sussidi. Tenendo a ogni modo conto di quest’ultimi, l’investimento viene ammortizzato in dieci, quindici anni. Ora, un impianto fotovoltaico funziona in media per trent’anni: ci sono pertanto almeno quindici anni che garantiscono un guadagno. Per un impianto medio parliamo di una somma compresa fra i 600 e i 900 franchi all’anno». Tuttavia per partire «serve del capitale proprio, i sussidi statali aiutano a ridurne l’ammontare». E allora, sostiene Buzzi, «ciò che oggi manca ai proprietari che non hanno mezzi finanziari a disposizione è la possibilità di accedere a prestiti agevolati. Secondo noi Banca Stato potrebbe concedere crediti senza interessi per questo tipo di investimenti, che verrebbero poi facilmente rimborsati essendo tali interventi redditizi sul lungo periodo». Un’ipotesi ripresa in un altro atto parlamentare: un’interrrogazione, di cui primo firmatario è sempre Buzzi, denominata ‘Velocizziamo l’installazione del fotovoltaico in Ticino’. Al Consiglio di Stato i Verdi chiedono fra l’altro se non ritenga necessario "mettere a disposizione dei cittadini dei crediti agevolati (da parte di Banca Stato) per la svolta energetica in generale e per l’installazione di impianti fotovoltaici in particolare". Osserva ancora il granconsigliere: «Non è peraltro da escludere un aiuto maggiore a livello federale: i Verdi svizzeri insieme al Partito socialista si apprestano infatti a lanciare un’iniziativa popolare per costituire un fondo per il clima, che potrebbe essere fonte di sussidi».