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Pensioni statali, i 4 emendamenti Mps: ‘Contestiamo tutto’

Pronzini: ‘Non si giochi in Borsa, si torni al contributo di 500 milioni. E va abbassato il grado di copertura dell’Ipct. Nel 2012 si è sbagliato tutto’

In Gran Consiglio ci sarà dibattito
(Ti-Press)
8 aprile 2022
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Sarà stato firmato all’unanimità il rapporto della commissione della Gestione del Gran Consiglio sul risanamento dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, ma nella seduta parlamentare che dovrebbe dargli il via libera - che si inaugurerà lunedì - sui tavoli dei granconsiglieri ci saranno (almeno) quattro emendamenti. Quelli del Movimento per il socialismo, che di questo progetto contesta tutto: dalla A alla Z. Bocciatura totale, quindi, per il compromesso commissionale che ha optato per abbandonare l’idea di versamento unico all’Ipct di 500 milioni di franchi e, invece, abbracciare la proposta di raccogliere sul mercato monetario 700 milioni attraverso l’emissione di una o più tranche obbligazionarie: questi capitali entreranno nella disponibilità dell’Ipct e saranno investiti a loro volta sul mercato azionario, rispettando i vincoli federali della Legge sulla previdenza professionale.

‘Il Cantone deve rispettare gli impegni presi’

La contestazione dell’Mps parte da un assunto: «Come nella migliore tradizione, si è fatto dumping sulle cifre da immettere nell’Ipct e si sono sbagliati i calcoli. Ora si tratta di rispettare la parola data ed evitare di giocare in borsa con i soldi degli assicurati», tuona a colloquio con ‘laRegione’ il deputato Matteo Pronzini. Il quale va indietro al 2012 «quando la maggioranza del parlamento invece di immettere quanto matematicamente occorreva, e dunque 2,6 miliardi, ha optato per soli 500 milioni, una variante meno onerosa come ammesso dal Consiglio di Stato». Ma non è stato l’unico errore, sostiene Pronzini. Perché «i costi allora delineati per le garanzie ai dipendenti con più di 50 anni si sono rilevati sbagliati. Per garantire almeno parzialmente le rendite precedenti agli over 50 sulla base di dati che allora potevano già essere calcolati, i milioni necessari avrebbero dovuto essere mille, non 500. Anche perché sempre nel 2012 il Gran Consiglio, in qualità di datore di lavoro del personale cantonale, aveva garantito e promesso al personale over 50 certe prestazioni pensionistiche».

Insomma, «il Canton Ticino non può venir meno ai suoi obblighi di datore di lavoro». Un eventuale prestito, «scaricherebbe il rischio su tutti gli assicurati attivi over 50, quindi la stragrande maggioranza del personale oggi in attività presso l’Amministrazione cantonale, le scuole comunali e cantonali, molti comuni e diversi enti esterni». Cioè, ricorda Pronzini, «coloro che con la riforma del 2012, il passaggio dal primato dei contributi al primato delle prestazioni, hanno già perso mediamente il 20% delle rendite come sia governo, sia commissione della Gestione hanno cinicamente ammesso». La richiesta dell’Mps è quindi di rispedire al mittente la questione del prestito e di incaricare la Gestione di presentare un rapporto in cui viene chiesto tout-court un contributo supplementare di 500 milioni.

La questione degli investimenti in Borsa piace talmente poco all’Mps che un trozkijsta come Pronzini finisce col citare il liberista Milton Friedman del "Non esistono pasti gratis", che è «un mantra ripetuto alla nausea da Paolo Pamini, il quale finisce poi col sostenere anche lui queste speculazioni che non hanno niente di sicuro e portano a giocare con le pensioni delle persone. Con gli sconvolgimenti geopolitici in atto e la guerra in Ucraina nessuno oggi avrebbe il coraggio di giocare in Borsa, eppure...».

‘Non bisogna essere più papisti del papa’

Un’altra obiezione di un per una volta davvero ecumenico Movimento per il socialismo è che «non bisogna essere più papisti del papa». Nel senso che l’obiettivo di raggiungere il grado di copertura dell’85% inserito nell’articolo 15 capoverso 2 della Legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino «è figlio degli errori di valutazione e di calcolo del 2021, quindi chiediamo di parificarlo alle disposizioni federali e di abbassarlo all’80%».

Per ora. Perché guardando al futuro, «questa percentuale è davvero troppo alta ed è, come dicevo, figlia di una decisione politica. Per questo con un altro emendamento chiediamo che i gruppi parlamentari presentino un’iniziativa cantonale per chiedere al parlamento federale di modificare l’articolo 72a capoverso 1 della Lpp per portare il grado di copertura minimo al 50%».

‘I dipendenti hanno già pagato troppo, per una situazione poi peggiorata’

Finito? Macché. Per Pronzini e l’Mps è bene chiarire un fatto: «In questi dieci anni i dipendenti assicurati all’Ipct sono già stati chiamati alla cassa per risanare l’Istituto, e allo stesso tempo hanno visto peggiorare la loro situazione previdenziale». Quindi l’ultimo emendamento dell’Mps chiede che il parlamento inviti la Gestione a proporre una modifica che fissi nella Legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino «l’attuale tasso di conversione all’età di 65 anni al 6,17%; l’aumento del supplemento sostitutivo al 100% della rendita massima Avs invece dell’attuale 80%; l’aumento al 14,6% del contributo ordinario del datore di lavoro; la presa a carico del 75% del finanziamento del supplemento sostitutivo Avs/Ai da parte del datore di lavoro».