Ticino

Dispositivo Covid, così è calato il numero degli ausiliari

Da gennaio a 159 persone non è stato rinnovato il contratto. Il Consiglio di Stato: vari collaboratori impegnati ora nella gestione profughi

Il governo risponde all’interrogazione del socialista Danilo Forini (Ti-Press)
27 marzo 2022
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Alla fine di gennaio di quest’anno "erano 189 le persone in possesso di un contratto quale ausiliario assegnate a favore del dispositivo Covid", erano invece 75 i sanitari con contratto a ore operativi "presso i Centri preposti alle attività di vaccinazione". Sono alcune delle cifre fornite dal Consiglio di Stato rispondendo a un’interrogazione di Danilo Forini e cofirmatari. Interrogazione che il deputato socialista aveva inoltrato il 14 febbraio, pochi giorni prima dell’abrogazione da parte del Consiglio federale del grosso dei provvedimenti per arginare la pandemia. L’atto parlamentare verteva sul futuro degli ausiliari ingaggiati a suo tempo dal Cantone per collaborare con i servizi dell’Amministrazione nella messa in atto delle misure volte a contenere la diffusione del virus. Revocati da Berna i provvedimenti, a diversi ausiliari il contratto non è stato rinnovato: "28 persone" a fine gennaio 2022, "70" a fine febbraio e "61" a fine marzo, fa sapere il Consiglio di Stato. In tutto 159 persone. Dal prossimo mese il dispositivo Covid "dovrebbe essere dunque ridotto a circa 30 collaboratori amministrativi supportati da una decina di sanitari".

Nella risposta (datata 23 marzo) all’atto parlamentare, il governo tiene tuttavia a puntualizzare che l’interrogazione è in parte superata dagli eventi: "Infatti grazie all’esperienza acquisita, vari collaboratori hanno potuto essere impiegati ulteriormente nella gestione dell’emergenza a seguito della guerra che si sta svolgendo in Ucraina". «Cosa senz’altro positiva perché ce n’è un gran bisogno - commenta Forini da noi interpellato -. Sarebbe però opportuno sapere quanti ausiliari del dispositivo Covid sono ora impegnati nella gestione dell’emergenza profughi. Questo dato nella risposta all’interrogazione non figura».

‘Numerose fluttuazioni’

Torniamo alla pandemia. "Il numero del personale impiegato dall’Amministrazione cantonale a favore del dispositivo Covid - spiega il Consiglio di Stato - ha subìto in questi anni numerose fluttuazioni dovute da un lato alle attività legate alla strategia di vaccinazione, dall’altro al ritmo e all’intensità dell’attività di tracciamento dei contatti dettate dalle differenti ondate pandemiche". Tutti i nominativi "pervenuti ai nostri servizi hanno seguito il consueto iter", che contempla "dapprima una segnalazione per il tramite degli uffici di collocamento, seguita da un colloquio personale", nel corso del quale "l’Amministrazione ha sempre esposto in modo chiaro e trasparente la tematica della limitata prospettiva temporale d’occupazione". Il governo precisa poi che "ad eccezione di coloro che hanno trovato un impiego, decidendo di conseguenza di scindere l’impiego contrattuale con l’Amministrazione cantonale, secondo i termini di legge, nessun contratto è stato rescisso prima della scadenza dello stesso".

Nei "colloqui d’assunzione" e "durante tutto il periodo contrattuale", assicura ancora l’Esecutivo, "è sempre stato ricordato ai collaboratori di perseverare nella ricerca di un posto di lavoro con una prospettiva d’impiego a lungo termine. All’interno dei periodi di bassa attività, è stata inoltre concessa la possibilità, durante gli orari lavorativi, di svolgere attivamente ricerche di lavoro. Durante tutto il periodo è sempre stato loro concesso, previo preavviso ai propri responsabili, di recarsi a colloqui di lavoro". Forini chiedeva fra l’altro se fossero previste "delle misure finanziarie per compensare una perdita di guadagno in caso di disoccupazione o la possibilità di mantenere un impiego nel frattempo". Secondo il Consiglio di Stato "l’attuale situazione pandemica non giustifica il mantenimento di contratti non strettamente necessari per garantire l’operatività del dispositivo". E "non sono previste misure finanziare volte a compensare un’eventuale perdita di guadagno in quanto risulterebbero ingiustificate e non supportate da nessuna base legale". Nelle ultime settimane comunque, indica il governo, "abbiamo permesso diversi stage all’interno dell’Amministrazione cantonale". Non solo: "A tutte le nostre collaboratrici e collaboratori viene garantito un attestato di lavoro che include le attività svolte e il grado di soddisfazione per quanto effettuato. Inoltre i responsabili settoriali si sono resi disponibili quali referenza in caso d’invio di candidature".

‘Mi sarei aspettato un aiuto supplementare’

«Prendo atto che nessun sostegno particolare o aiuto supplementare è stato dato agli ausiliari ai quali non è stato rinnovato il contratto - dice Forini -. Peraltro mi chiedo se molti di loro, mentre erano impegnati nel dispositivo Covid, abbiano effettivamente avuto il tempo di cercare un posto di lavoro. Nulla di scandaloso o illegale, però mi sarei aspettato dal Cantone una gratifica finanziaria per tutte quelle persone che non sono state reimpiegate nella gestione profughi. Sarebbe stato un gesto di riconoscenza».