Ieri sera a Locarno una sessantina di presidenti di Consigli comunali ha partecipato a uno scambio di idee ed esperienze. Della Santa (Sel): ‘Importante’
Circa tre ore di discussione, una sessantina di partecipanti e tanta voglia di condividere le proprie esperienze: dai Comuni più grandi, a quelli più piccoli. Con una volontà di fondo, emersa durante la serata di ieri al Palacinema di Locarno: che i Legislativi facciano più politica e che acquistino maggior peso. È positivo il bilancio dell’incontro tra i Presidenti dei Consigli comunali promosso da Rosanna Camponovo, prima cittadina di Locarno, Giselda Saletti, presidente del Legislativo di Ascona e Danilo Cau, presidente nel comune di Centovalli.
A partecipare, oltre alle già presidenti del Consiglio nazionale Chiara Simoneschi-Cortesi e Marina Carobbio è stato anche il presidente del Gran Consiglio Nicola Pini, che da quando ha assunto la testa del parlamento cantonale si è impegnato per un maggior dialogo tra tutti i livelli istituzionali. «È molto importante scambiarsi esperienze – afferma interpellato dalla ‘Regione’ per un bilancio sulla serata –, e da questo incontro è emersa la necessità di dare maggior considerazione ai legislativi. Nei vari interventi c’è chi ha detto che si è considerati un semplice organo di ratifica, altri invece hanno raccontato di un buon rapporto reciproco con gli esecutivi ma con un minimo comune denominatore: sarebbe davvero importante che i legislativi avessero più considerazione».
Come ottenerla? «Facendo più politica – risponde Pini –, nel senso che oltre a trattare crediti classici come per infrastrutture, canalizzazioni o sull’acqua una possibilità di rendere più attrattiva la carica, e più utile l’apporto dei consiglieri comunali, è dare ai legislativi un ruolo più strategico sulle posizioni, le linee generali e gli indirizzi del Comune. Con l’esecutivo che poi prova a concretizzare il tutto». Materialmente, per il presidente del Gran Consiglio, fare più politica «significa riflettere su cosa si discute oltre i conti, quali contributi si possono portare, con che tipo di discussione, con l’importante coinvolgimento della popolazione nelle decisioni strategiche».
Con un punto fermo, però: «In tutto questo occorre chiarire il ruolo del Consiglio comunale. Nelle riflessioni, legittime, su come coinvolgere meglio la popolazione va fissato e valorizzato il ruolo del legislativo. Che si traduce – afferma ancora Pini – nell’ottenere anche maggior considerazione, e qui torniamo al tema di partenza: perché essere integrati nelle scelte strategiche e avere un ruolo ben definito vuol dire essere riconosciuti bene sia dall’esecutivo sia dalla popolazione».
Esperienza pluriennale in Consiglio comunale a Locarno e in Gran Consiglio, da circa un anno municipale sempre a Locarno e presidente del parlamento cantonale: Pini conosce entrambi i lati della staccionata. Quale sintesi si può trarre, quindi, sui rapporti tra i due poteri partendo dalla sua esperienza personale? «Parto da un’alta considerazione del legislativo, perché lo vedo davvero come un organo che può fornire spunti utili all’esecutivo, così come impulsi e ragionamenti che possono dare un valore aggiunto al proprio coinvolgimento». Ma tornando alla staccionata Pini l’ha saltata da un anno, si diceva. «E in questo periodo mi sono reso conto che il dialogo continuo crea un gran lavoro, è impegnativo, perché come esecutivo bisogna avere una visione generale che deve tenere conto di tutto per poi fare scelte ponderate». Eppure «spiegare, rispiegare, ascoltare, confrontarsi è un investimento iniziale che fa guadagnare tempo dopo, perché nel dialogo che si ha con il legislativo si crea una coesione politica utile».
Anche la presidente del Consiglio comunale di Locarno Rosanna Camponovo – tra le organizzatrici dell’incontro – ha portato la propria esperienza, «che è in continua evoluzione: all’inizio ero molto preoccupata, ma poi mi sono fatta coraggio e mi sono buttata a capofitto in questa avventura». Avventura che l’ha portata a un primo punto fermo: «L’importanza della preparazione a monte di un Consiglio comunale. La collaborazione con il segretario comunale, con il tavolo presidenziale, con i capigruppo e seguire i lavori commissionali sono essenziali per creare meno discussioni inutili durante una seduta e far filare tutto liscio». Insomma, tra difficoltà di ordine procedurale come interventi troppo lunghi o richiami all’ordine di colleghi che disturbano, e momenti molto più piacevoli come il fare gli auguri, applaudire i nuovi naturalizzati e annunciare i ricorsi (soprattutto se vinti) l’esperienza portata da Camponovo è positiva: «Sono molto contenta per la condivisione con gli altri presidenti dei legislativi e per lo scambio di idee che abbiamo portato avanti».
Ieri sera era presente anche il capo della Sezione degli enti locali (Dipartimento istituzioni) Marzio Della Santa il quale, da noi interpellato, afferma che «per me è stata un’occasione particolarmente interessante e importante, perché mi ha permesso di confermare alcune intuizioni, rispettivamente alcune preoccupazioni». Ma anche «di cogliere la passione e l’impegno di persone che sottraggono del tempo a famiglia o lavoro o tempo libero per la cosa pubblica».
Parla di preoccupazioni, Della Santa. Preoccupazioni, ed è stato appunto un tema emerso ieri sera, «sul bisogno che il legislativo recuperi un ruolo che per tante ragioni col tempo è andato stemperandosi, soprattutto per quanto attiene alle scelte politiche di valenza strategica e per riposizionarsi rispetto a un esecutivo che, a sua volta, deve rafforzare il suo ruolo nei confronti del legislativo e dell’Amministrazione comunale». Tanti collegamenti, tanti rapporti e tanto confronto di cui si sente bisogno. Con un’aggiunta: «Se per un presidente di un Consiglio comunale l’obiettivo è capire come comportarsi, qual è il suo ruolo – rileva ancora Della Santa – determinante è la formazione che come Sel e l’Istituto di formazione continua del Decs organizziamo ogni anno, altra occasione per condividere esperienze, utile pure per far evolvere l’istituto comunale in funzione di un contesto a sua volta in evoluzione».