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Offensiva formativa del Ps: ‘Valida solo se ben mirata’

Andrea Gehri, presidente della Camera di commercio Ticino, commenta il pacchetto socialista. ‘Criteri da ricalibrare con le associazioni economiche’

Andrea Gehri
(Ti-Press)
25 febbraio 2022
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«Mi sembra un’offensiva piuttosto importante a sostegno della formazione continua. Ma è necessario che sia mirata e che i criteri per l’ottenimento dei buoni siano rivisti con le associazioni economiche di riferimento». Si esprime in questi termini Andrea Gehri, presidente della Camera di commercio Cantone Ticino (Cc-Ti), in merito ai tre atti parlamentari presentati dal Partito socialista per incentivare la formazione professionale dei lavoratori. Un’iniziativa e due mozioni che mirano a estendere i sostegni alla formazione fino ai 60 anni, aiutare chi ha problemi con le competenze di base e creare un sistema di buoni per i dipendenti che seguono dei corsi e le loro aziende. Per Gehri favorire l’accrescimento delle competenze dei dipendenti in un mercato estremamente complesso e sempre più competitivo va visto come «un segnale nella giusta direzione, sia per loro a livello personale che per le aziende che possono avvalersi di personale maggiormente qualificato. Anche noi come Camera di Commercio siamo molto attenti e attivi nell’ambito della formazione continua che rappresenta un pilastro fondamentale a sostegno delle varie attività economiche».

‘Priorità alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie’

Tuttavia, secondo il presidente della Cc-Ti, è necessario individuare gli ambiti e il tipo di impiegati che hanno più bisogno di essere formati: «Queste misure non devono rappresentare un alibi per promuovere una formazione tanto per farlo, perché si tratta di soldi pubblici e questi vanno spesi con raziocinio e investiti correttamente. Bisogna capire in quale direzione indirizzare questi sostegni nella forza di lavoro e secondo le esigenze del mercato». Fondamentale per Gehri è ad esempio aumentare il grado di competenza nell’ambito della digitalizzazione e della gestione delle nuove tecnologie: «In tutte le professioni c’è un’avanzata importante di queste componenti. Viviamo in un’era in cui il progresso, lo sviluppo, le nuove tecnologie stanno progredendo molto rapidamente e spesso questa evoluzione risulta difficile da seguire in particolare per il personale che si situa nella fascia tra l’uscita dalla scuola e il futuro pensionamento. Si denota quindi la necessità accresciuta di formare in modo specifico i 35-50enni nell’ambito tecnologico e digitale, e questo in modo piuttosto trasversale ai diversi rami di attività. Ad esempio anche nel settore della costruzione o dell’artigianato la digitalizzazione ha un ruolo sempre più rilevante nella gestione dei processi aziendali».

‘Si introduca anche un attestato di qualità’

Entrando nel merito della mozione che propone dei buoni per i lavoratori e i dipendenti, Gehri ritiene che ci siano dei criteri per accedere a tali aiuti da rivedere. Innanzitutto quello di limitare il sostegno solo alle aziende con meno di 10 dipendenti: «Mi sembra una cifra un po’ restrittiva perché le medesime esigenze possono averle anche imprese con 15-20 dipendenti. Anche loro se devono investire nel personale che segue una formazione hanno il problema della sostituzione. Lo trovo dunque un criterio limitativo che va rivisto». Come pure va rivisto, per il presidente della Cc-Ti, il fatto che il sostegno dei buoni formativi vada agli adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni: «Ritengo che arrivare fino ai 65 anni, che è l’età del pensionamento, sia eccessivo e illogico». Inoltre, a differenza di quanto avanzato dal Ps, «visto che si tratta di investimenti pubblici di una certa entità, laddove ci sono già formazioni continue a beneficio di sovvenzioni federali o di contributi da parte di commissioni paritetiche, non bisognerebbe finanziarle in modo ulteriore attraverso un fondo del Cantone. In questi casi il sostegno non andrebbe elargito». Infine due proposte: «Vedo come indispensabile l’introduzione di un criterio di qualità che qualifichi la formazione, anche per evitare che ci sia un’offerta smisurata. Inoltre per poter avere accesso ai buoni formativi il candidato dovrebbe almeno superare un esame o sottoporsi a una verifica di competenze, così da avere un certificato che possa attestare che abbia superato un determinato livello».