Per fronteggiare l’emergenza Covid. Potrebbero seguire ulteriori cambiamenti previsti dal Consiglio di Stato sulla rete ospedaliera
Il Covid ricomincia a mordere e gli ospedali si preparano a mobilitare nuove risorse per i contagiati, a cominciare dall’Italiano di Lugano: da domani chi si presentasse sul Cassarate troverebbe infatti chiuso il Pronto soccorso. Una chiusura “temporanea” – si precisa in un comunicato dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) – disposta per “reperire personale infermieristico e medico; disporre dell’attrezzatura per garantire il potenziamento del dispositivo di cure intense (monitor, letti ecc.); garantire una maggiore sicurezza nella separazione dei flussi di pazienti e degli accessi alle strutture”.
Con un tasso di occupazione dei letti dedicati ai pazienti Covid ormai del 50% – oggi i ricoverati sono 102 contro la decina scarsa di un mese e mezzo fa, con 14 persone in terapia intensiva – quello dell’Italiano potrebbe essere solo il primo in una serie di cambiamenti già previsti dal Consiglio di Stato, che in caso di ulteriori peggioramenti non esclude neppure la sospensione di alcune attività chirurgiche non-Covid. Con una risoluzione governativa, mercoledì il governo cantonale ha previsto di ampliare progressivamente a 173 i letti in medicina interna per i contagiati, più 41 in cure intense. Un notevole potenziamento rispetto al totale di circa 160 letti attuali che verrà affrontato dalla rete Eoc, ma anche dalla Clinica Luganese Moncucco.
Per diminuire la pressione sugli ospedali acuti e sulle cure ordinarie si sono rese necessarie altre misure transitorie previste nella risoluzione, stavolta per venire incontro alle esigenze di chi esce dalla fase peggiore della malattia. Ai pazienti in cosiddetta ‘post-cura’ potrebbe essere dedicato il reparto di medicina interna di Faido, potenziato a 15 letti chiudendo parzialmente la Clinica di riabilitazione; 8 letti ciascuno potrebbero essere predisposti presso le cliniche di riabilitazione di Novaggio e alla Hildebrand di Brissago; 15 letti nel reparto acuto della casa per anziani di Castelrotto.
Nei prossimi giorni, a seconda del quadro pandemico, l’Eoc potrebbe sottoporre alla Divisione della salute pubblica anche la chiusura dei centri di primo soccorso di Acquarossa e Faido, del reparto ‘acuto di minore intensità’ di Locarno, di quello di pediatria di Mendrisio e quelli di ostetricia di Mendrisio e Locarno.
La speranza è quella di non sfondare la soglia dei 140 ricoverati e/o dei 32 in terapia intensiva, perché in quel caso si dovranno appunto limitare le attività chirurgiche elettive, sebbene per ora questo sia previsto solo per gli interventi assolutamente meno urgenti. Starà infine al Cantone indennizzare costi supplementari e mancati introiti di ospedali e cliniche a causa dello sforzo aggiuntivo richiesto. Quest’estate il Consiglio di Stato aveva già adottato un dispositivo ‘di prontezza’, con l’investimento di 3 milioni e mezzo di franchi e l’obiettivo di attivare repentinamente tutte le risorse necessarie nella lotta al Covid. Risorse che sfortunamente si stanno rendendo tutte necessarie, al punto da richiedere questi sforzi ulteriori.