Intervista alla capodivisione migrazione della Croce Rossa nel Sottoceneri in occasione della giornata cantonale dedicata al tema
«Alla fine, l’importante è sempre conoscere e farsi conoscere. Uscire dai centri d’accoglienza, collaborare a progetti professionali e sociali, entrare in contatto con la popolazione: è da lì che passano l’integrazione e il superamento della paura verso il diverso. Questa pandemia ci ha costretto a trovare nuovi modi per riuscirci». Parole di Debora Banchini Fersini, vicedirettrice e capodivisione della migrazione per la Croce Rossa svizzera sezione del Sottoceneri (Crss), chiamata a fare un bilancio dopo quasi due anni di coronavirus in occasione della Giornata cantonale dell’integrazione (vedi sotto).
In Ticino, la Crss amministra su mandato Cantonale i 4 centri d’accoglienza che ospitano circa 280 migranti, tra famiglie, adulti soli e giovani non accompagnati. Quasi la metà è costituita da minorenni. Nell’ultimo periodo «anche per noi, come credo per tutte le persone, le associazioni e le aziende, la parola chiave è stata flessibilità: abbiamo dovuto garantire i processi di integrazione nonostante i lockdown e le limitazioni imposte dal Covid-19», spiega Banchini. «Ad esempio, per permettere ai minorenni di continuare le lezioni di lingua e di partecipare alle attività scolastiche durante le chiusure, ci siamo muniti di computer e tablet, e con la Protezione civile abbiamo allestito tendoni nei quali svolgere in sicurezza le nostre attività».
Attività che mirano a tre diversi obiettivi: «Autonomia linguistica, autonomia sociale – prenotare un appuntamento, fare la spesa o andare a una visita medica, tutte cose che a noi paiono banali, ma non lo sono affatto per chi viene da realtà molto diverse – e infine esperienza professionale». Se la pandemia ha certamente ostacolato questi sforzi, non li ha però fermati: «Abbiamo proseguito ad esempio con attività di coaching e atelier di cucina, sartoria, arte, giornalismo… Inoltre sono continuati progetti molto importanti per il percorso di conoscenza reciproca con la comunità, quali la pulizia delle aree verdi e gli interventi di volontariato». Il temporaneo prosciugamento delle rotte migratorie non ha cambiato molto la situazione in termini quantitativi, anche perché il leggero calo di arrivi è stato comunque compensato dal prolungarsi dei soggiorni nei centri, anch’esso dettato dalla situazione sanitaria.
A patire di più sono stati probabilmente i giovani, «ma questo è vero anche in altre realtà», nota Banchini: «È su di loro che pesa di più l’impossibilità di andare a scuola, di scoprire la nuova realtà nella quale si trovano. Un problema che però in questo caso investe tutta la famiglia, perché spesso sono proprio bambini e ragazzi il motore dell’integrazione familiare». Anche dai servizi della Crss è passata infine la campagna vaccinale, che all’inizio registrava ulteriori titubanze proprio tra le realtà migranti: «Il nostro servizio sanitario si è impegnato per superare eventuali diffidenze dovute a barriere culturali e linguistiche, cercando anche di rendere il vaccino accessibile in modo facile e immediato. Questo ha consentito di coinvolgere i richiedenti asilo nello sforzo sanitario».
Quanto alla collaborazione con le autorità cantonali, Banchini si dice soddisfatta: «Lavoriamo in stretta collaborazione e c’è ascolto delle varie esigenze. C’è anche la volontà di agevolare nuovi progetti e di lavorare nella stessa direzione. Naturalmente è sempre possibile fare ancora di più e cercare nuove sinergie, ma la strada mi pare quella giusta», anche nel tentativo di superare le diffidenze nei confronti dei migranti da parte di alcune frange della popolazione. D’altronde, ancora una volta, «l’importante è conoscersi».
La Giornata cantonale dell’integrazione 2021 si terrà mercoledì a Bellinzona, dalle 16.45 alle 19.45, presso l’Istituto cantonale di economia e commercio. “Partendo dallo sguardo storico sullo stress test delle pandemie nelle società” – si legge nel comunicato del Dipartimento delle istituzioni –, l’incontro “farà il punto sulle misure di integrazione promosse dalla Segreteria di Stato della migrazione, per poi interrogare i principali responsabili del settore sui cambiamenti vissuti a livello cantonale”. Tra gli ospiti, oltre a Banchini: lo storico Rosario Talarico; Tindaro Ferraro, responsabile della divisione Promozione dell’integrazione della Segreteria di Stato della migrazione; Valeria Canova, coordinatrice del settore migrazione di Soccorso Operaio Svizzero; Marcello Cartolano, presidente Acli Servizi Ticino; Vladimir Miletic, direttore del progetto Serbinfo.ch; parteciperà anche il medico cantonale Giorgio Merlani. L.E.