PS, PC, POP e I Verdi propongono di togliere la possibilità di deroga ai Ccl e ancorare la somma del salario minimo alla Costituzione
PS, PC, POP e I Verdi hanno presentato oggi il lancio dell’iniziativa per un salario minimo sociale. L’iniziativa vuole togliere la possibilità di deroga in caso di CCL e ancorare la soglia del salario minimo alla Costituzione. Alla conferenza stampa del PS Ticino per la presentazione dell’iniziativa sono intervenuti Fabrizio Sirica e Ivo Durisch del PS, Federica Caggia della GISO, Massimiliano Ay del PC, Leonardo Schmid del POP e Samantha Bourgoin per I Verdi. L’iniziativa, scrivono i promotori, “si è resa più urgente che mai alla luce dei fatti venuti alla luce nel mese di settembre nel Mendrisiotto e che hanno visto come protagonisti tre ditte e lo pseudo-sindacato leghista TiSin”.
Con questa iniziativa si vuole togliere la possibilità di deroga ai CCL, “avidamente sfruttata dallo pseudo-sindacato” e aumentare il salario minimo al corrispettivo delle prestazioni complementari AVS-AI, con l’aggiunta delle spese per conseguire lo stipendio. Concretamente, secondo gli iniziativisti, con l’iniziativa il salario aumenterà fino ad almeno 21,50 franchi all’ora – “una cifra tuttora molto contenuta poiché lo spazio di manovra giuridico per fissare dei salari minimi a livello cantonale è molto limitato, ma che l’iniziativa riesce a sfruttare al massimo per aumentare il salario attualmente percepito da migliaia di lavoratrici e lavoratori". I promotori citano un’analisi pubblicata nel 2019 sul quindicinale sindacale Area, secondo la quale questa misura porterà "una boccata di ossigeno a oltre 20’000 persone che guadagnano meno di 21 franchi all’ora, il 65% delle quali sono donne, impiegate nel nostro Cantone in particolare nei settori industriali, nell’amministrazione e nel commercio”
Con il lancio dell’iniziativa il comitato promotore, sostenuto anche dal sindacato VPOD, “intende porre un freno alle disuguaglianze esistenti nel nostro Cantone e cercare di rimediare alla situazione di dumping salariale che le imprese, con il sostegno dei partiti della destra, hanno mantenuto negli anni nel settore industriale, ma che si sta espandendo anche nel settore del terziario, impedendo di fatto ai giovani del nostro Cantone di trovare un lavoro con un salario che permetta di vivere in Ticino” conclude il comunicato stampa.