Ticino

Maltrattamenti, il veterinario cantonale sarà parte civile

Approvato in Gran Consiglio il rapporto della Commissione giustizia e diritti

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18 ottobre 2021
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«È un passo importante verso una maggiore efficacia nel perseguimento di chi maltratta gli animali, soprattutto quando è il padrone stesso». Si esprime così la leghista Sabrina Aldi in merito a un’iniziativa parlamentare, della quale è prima firmataria, a favore degli animali. Ieri è stato approvato in parlamento il rapporto della Commissione giustizia e diritti che chiede al Consiglio di Stato di elaborare le modifiche legislative necessarie per dare al veterinario cantonale il diritto di partecipare quale accusatore privato ai procedimenti che riguardano la Legge federale sulla protezione degli animali (LPAn).

Nei casi dove l’imputato è il padrone «è importante che ci sia qualcuno che abbia i diritti di parte nell’ambito del procedimento penale. Così da diventare parte attiva proponendo prove o impugnando decisioni», ha spiegato Aldi.

‘Se l’imputato è lo stesso detentore, c’è il rischio che non venga perseguito’

Infatti, "come previsto dal Codice di procedura penale, ognuno ha il diritto di denunciare reati contro la LPAn. Tuttavia, il denunciante che non è danneggiato o accusatore privato non ha diritti di parte", si legge nel testo dell’iniziativa. "Concretamente quindi, qualora non vi sia un accusatore privato, ipotesi questa che si verifica sempre quando a commettere il reato è il detentore dell’animale, la persona rischia di non venir perseguita".

L’iniziativa chiedeva anche di riorganizzare il Ministero pubblico in modo che vi fosse un procuratore incaricato di tutti i procedimenti penali aperti in violazione della LPAn. Questo per "disporre di un’unica prassi e avere un’autorità di perseguimento specializzata in questo genere di reati". La proposta è stata abbandonata dalla Commissione per due motivi: «In primo luogo non si vuole intervenire nell’organizzazione interna della procura. Inoltre ci è stato riferito che è già un solo procuratore che si occupa di questi casi», riferisce il relatore Carlo Lepori (Ps).

‘Maggiore sensibilità verso il mondo animale’

«La proposta si rifà alla votazione popolare del 12 febbraio 2017 sulla modifica costituzionale tesa a inserire un articolo che impegnasse il Cantone a garantire la protezione giuridica degli animali in quanto esseri viventi dotati di sensibilità. Modifica bocciata per soli 35 voti», ricorda Lepori. La votazione "ha dimostrato che esiste una crescente sensibilità tra la popolazione verso il mondo animale", si legge pure nel testo dell’iniziativa parlamentare. "Purtroppo, nonostante ciò, i media riportano sempre più spesso di vere e proprie atrocità che vengono commesse da esseri umani ai danni di animali indifesi". Per le iniziativiste è fondamentale che i procedimenti penali avviati per reati commessi in violazione della LPAn "siano più efficaci possibili così da ottenere un effetto deterrente oltre che punitivo".

‘La giustizia deve fare di più’

Per Tamara Merlo (Più Donne), la proposta della Commissione «è un piccolo passo, ma va nella giusta direzione». Giovanna Viscardi (Plr), invece, non ha firmato il rapporto: «Non viene fatto un lavoro sufficiente da parte della giustizia. Nemmeno attribuire certe facoltà al veterinario cantonale sarà soddisfacente».

L’iniziativa parlamentare chiedeva anche che a potersi costituire parte civile fossero, oltre al veterinario cantonale, le associazioni di protezione degli animali presenti sul territorio e riconosciute dal Cantone, nonché le quelle che hanno quale scopo la tutela degli animali. Ciò non è possibile in quanto il conferimento dei diritti di parte a queste associazioni "risulterebbe contrario al diritto federale superiore", scrive nel suo rapporto l’avvocato Roberto Di Bartolomeo, consulente giuridico del Gran Consiglio interpellato dalla Commissione giustizia e diritti.