Ticino

‘Il riformismo fiscale non deve essere rallentato’

All’assemblea della Camera di commercio è stato ribadita la necessità di ridurre l’aliquota sugli utili delle imprese dall’8 al 5%

Andrea Gheri alla sua prima assemblea da presidente
(Ti-Press)
15 ottobre 2021
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Alla presenza di circa 300 partecipanti (numero chiuso per scelta di protocollo interno di sicurezza) si è svolta all’Espocentro di Bellinzona la 104esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, osservando strettamente le regole sanitarie, analogamente all’edizione 2020 che aveva potuto tenersi malgrado condizioni difficili e restrittive, senza, fortunatamente, alcuna conseguenza per la salute dei partecipanti.
A intervenire, dopo i lavori assembleari, sono stati il presidente della Cc-Ti, Andrea Gehri, il consigliere di Stato Christian Vitta e il direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, unitamente al Ceo di Swisscom, Urs Schäppi, e all’avvocato e noto fiscalista ginevrino Xavier Oberson in merito a possibili riforme del sistema fiscale per tenere conto dell’evoluzione tecnologica e della robotizzazione in particolare.

Andrea Gehri ha sottolineato come l’economia ticinese si sia dimostrata molto resiliente anche in questi ultimi periodi difficili, reggendo il colpo degli effetti della pandemia, in linea con quanto occorso nel resto della Svizzera. Permangono le difficoltà per taluni settori, ma nel suo insieme l’economia ha reagito in maniera positiva.

Preoccupano, oltre alle incertezze sanitarie, soprattutto le difficoltà legate alla reperibilità delle materie prime e al loro rincaro che sta già incidendo in maniera pesante sulle aziende e che toccherà tutti i cittadini. Inoltre, i rincari nel settore energetico sono importanti e sembrano al momento incontrollabili, il che potrebbe alimentare una pericolosa evoluzione inflazionistica.

«In un contesto del genere, è importante che tutti gli attori cantonali operino nella stessa direzione, per promuovere il nostro territorio e attirare importanti investimenti, garantendo quindi anche condizioni interessanti per il mondo imprenditoriale», ha spiegato Gehri. Anche per questo motivo è assolutamente fondamentale «evitare aumenti di imposte e applicare in maniera decisa, definitiva e secondo i tempi stabiliti la riforma fiscale in vigore dal 1° gennaio 2020, approvata dal Parlamento e dal popolo», ha continuato Gehri. Ridurre l’aliquota sugli utili delle persone giuridiche dall’8 al 5% dal 1° gennaio 2025 «è essenziale per mantenere il Ticino competitivo, nell’interesse di tutti. Un passo fondamentale verso la modernizzazione del nostro sistema fiscale». Obiettivo sostenuto nei giorni scorsi anche dall’Aiti, l’Associazione industrie ticinesi. Da parte sua il consigliere di Stato Christian Vitta ha ribadito che il cantiere fiscale prosegue e verrà portato a termine anche tenendo conto dei cambiamenti in atto a livello internazionale con la minimum tax sugli utili delle imprese decisa dall’Ocse. Vitta ha anche annunciato che per valorizzare il Ticino imprenditoriale, in collaborazione con la Fondazione Agire, il Cantone lancerà una giornata delle start-up. Un modo per favorire l’incontro tra idee innovative e possibili investitori.

Andrea Gehri ha poi anche lanciato un appello alle autorità cantonali affinché talune prassi amministrative che si sono consolidate nel tempo ma che si sono rivelate troppo rigide, vengano riviste in tempi brevissimi. In particolare Gheri ha ricordato l’interpellanza interpartitica che chiedeva, sull’esempio di quanto fatto a livello federale, di alleggerire il carico amministrativo gravante sulle imprese attraverso la semplificazione delle procedure di raccolta dati e l’eliminazione di doppioni

Una scuola per l’export

I lavori assembleari sono proseguiti con l’intervento del direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, che ha evidenziato in particolare due importanti novità nell’ambito dei servizi offerti dalla Cc-Ti ai propri associati: la creazione di un servizio ‘Commercio internazionale’, che va ad ampliare le consulenze alle aziende anche in ambito di import (mentre fino a oggi l’attività di consulenza era limitata all’export). Si tratta della prima Camera di commercio e dell’industria in Svizzera che amplia in questa direzione il suo campo di attività; la seconda novità è la creazione di una Scuola dell’export che partirà a primavera 2022. «È un’emanazione della Swiss School for International Business di Zurigo, di proprietà di alcune Camere di commercio e dell’industria, fra le quali anche quella ticinese (SSIB - Swiss School for International Business / Export & Import)», ha spiegato Albertoni. I corsi, finora svolti solo in tedesco, saranno offerti in Ticino in italiano e con la possibilità di sostenere proprio in italiano gli esami riconosciuti dalla Confederazione.

«Si tratta di un tassello, di natura interamente privata e senza alcun contributo statale, e certamente di un’occasione importante per accrescere le competenze del personale residente in Ticino in ambito internazionale», ha continuato Albertoni che ha poi dialogato con il noto avvocato e professore di diritto tributario Xavier Oberson su possibili riforme del sistema fiscale nell’ottica dell’evoluzione tecnologica che pervade ormai tutti i settori.

Tassare i robot? Una possibilità nel futuro

Oberson ha invitato a riflettere sull’eventualità di introdurre una tassa sui robot, magari introducendo una nuova ‘entità giuridica elettronica’. Allo stesso tempo bisognerebbe eliminare altri carichi fiscali. L’idea della minimun tax dell’Ocse, ha spiegato Oberson, è nata vecchia e in realtà guarda al passato, agli utili delle imprese. Con la digitalizzazione diminuiranno i contributi sociali e il gettito fiscale derivante dai salari perché molti lavoratori verranno sostituiti dai robot. Da qui l’idea di tassare i robot. Una via potrebbe essere quella di creare una sorta di salario fittizio, al pari del valore locativo che conosciamo in Svizzera, attribuito alle macchine intelligenti. Un’altra idea praticabile, sempre secondo Oberson, è di sottoporre le prestazioni de robot all’Iva.