Ticino

Medico del traffico, nuove tariffe verso l’abrogazione

La Commissione sanità e sicurezza sociale ha deciso. Polli: ‘L’esborso raddoppia e viene usato ancora il forfait, il Dip. istituzioni abroghi il decreto’

(Ti-Press)
30 settembre 2021
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Medico del traffico, le nuove tariffe appena entrate in vigore sono già pronte a essere abrogate. Con loro, il decreto legislativo figlio dell’iniziativa parlamentare di Paolo Pamini (Udc) passata in Gran Consiglio nel giugno del 2020 che chiedeva l’addio al forfait e l’entrata in vigore della tariffa fissa, assieme allo stop agli acconti. Un decreto legislativo oggetto dell’audizione che, stamattina, ha svolto la Commissione parlamentare sanità e sicurezza sociale dove al tavolo erano presenti Stefano Laffranchini per il Comparto carceri e medicina legale, il capo dell’Ufficio giuridico della Sezione circolazione Michele Isolini e Benjiamin Albertalli per il Dipartimento istituzioni. Il quadro che ne esce conferma quanto emerso dal rapporto del Centre universitaire romand de médecine légale inoltrato al Consiglio di Stato a inizio 2021 (e anticipato da ‘laRegione’): con le tariffe orarie il costo a carico del cittadino sarebbe in alcuni casi addirittura raddoppiato. Quindi, che fare? La presidente della ‘Sanità e sicurezza sociale’ Maristella Polli (Plr) da noi raggiunta spiega che «la vera domanda che abbiamo posto è quale sia oggi la situazione. La risposta che ci è stata data è questa: il decreto non è abrogato, ma il medico del traffico applica ancora la tariffa forfettaria perché evidentemente più bassa». E, di conseguenza, c’è un’altra domanda d’obbligo: «Se questo decreto è in vigore, fa pagare il doppio e non viene utilizzato... a cosa serve?» si chiede retoricamente Polli per poi praticamente rispondere: «Bisogna abrogarlo. Potremmo farlo noi come ‘Sanità e sicurezza sociale’ con un’iniziativa parlamentare della commissione che chiede di farlo, ma abbiamo chiesto al Dipartimento istituzioni di scrivere un messaggio dove si ripete quanto ci è stato confermato stamattina e si chiede di abrogare il decreto». La risposta «si spera» arrivi in «tempi rapidi».

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