'ndrangheta

Una piazza a Gennaro Ventura, ucciso da Pulice

È stata intitolata a Lamezia Terme, in Calabria. La vittima era un ex carabiniere freddato dal killer, noto pure in Ticino e ora collaboratore di giustizia

Il momento ufficiale dell'intitolazione
(dal Web)
15 agosto 2021
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Una piazzetta a Lamezia Terme dedicata alla memoria di Gennaro Ventura, giovane fotografo, ex carabiniere, vittima della '‘ndrangheta freddato con due colpi di pistola alla testa dal killer togato Gennaro Pulice, personaggio molto noto anche in Ticino, dove era giunto per riciclare 50 milioni di euro, soldi sporchi delle cosche lametine. La cerimonia di intitolazione si è svolta venerdì nel capoluogo lametino. È stata anche scoperta una targa in memoria di Ventura ucciso a Lamezia Terme il 16 dicembre 1996 da Gennaro Pulice, ora collaboratore di giustizia.

Il fotografo fu freddato e poi fatto sparire, mentre i suoi resti furono casualmente trovati nel 2008 in una fossa per la fermentazione del mosto in una zona di campagna in località Carrà Cosentino. L’omicidio di Ventura fu deciso da Domenico Cannizzaro, capo dell’omonima cosca, per vendetta, in quanto durante gli anni di servizio alla stazione carabinieri di Tivoli, aveva identificato Raffaele Rao, quale uno dei responsabili di una rapina ai danni di un consulente tecnico della Procura di Roma che custodiva presso la sua abitazione un ingente quantitativo di cocaina. Gennaro Pulice aveva 18 anni quando fu incaricato di uccidere Ventura.

Il killer togato (due lauree in Giurisprudenza e Scienze Giuridiche) aveva giù ucciso due volte e altri tre omicidi avrebbe compiuto nei mesi successivi. Una allucinante scia di sangue. Per il delitto Ventura, Cannizzaro in primo e secondo grado è stato condannato a 30 anni di reclusione. Dieci anni in primo grado per il killer, 7 anni in sede di appello, grazie ai benefici previsti per i pentiti. Nel racconto di Gennaro Pulice la preparazione dell’omicidio del fotografo: “... Ventura era una persona molto schiva, era sempre chiuso nel suo laboratorio, dove in un primo momento doveva essere consumato l’omicidio ... per questo mi sono recato da Ventura, ma era pericoloso. Gli inventai una scusa, gli dissi che durante lo sbancamento di un mio terreno avevo ritrovato delle statuette, dei reperti archeologici e non volevo diffondere la notizia, volevo fare delle fotografie ad hoc per poi pubblicizzare la cosa. Lui ci credette, io non pensavo però ... gli diedi un appuntamento, non pensavo che sulla sua agenda personale lui scrivesse ‘appuntamento con Gennaro Pulice’ cosa che invece fece ...”. Poche parole, quest’ultime, che avrebbero potuto rappresentare una pista investigativa per risolvere l’omicidio Ventura. La soluzione è arrivata solo nel 2015, anno dell’arresto del killer della ‘ndrangheta nell’ambito dell'operazione ’Andromeda’ e la decisione di collaborare con la giustizia.

I racconti di Pulice sono nei fascicoli giudiziari delle più importanti inchieste della Divisione distrettuale anti mafia (Dda) di Catanzaro, come ‘Rinascita Scott’ e ‘Imponimento’, in cui con forza emerge il forte radicamento della ‘ndrangheta in Svizzera, Ticino compreso.