Ma l'apporto è diminuito di 8'150 tonnellate. L'Acr: è difficile dire se questo calo sia da ricondurre al consolidamento della tassa sul sacco o al lockdown
Un avanzo d’esercizio di 709’147 franchi, a fronte di costi per un importo di 37’428’671 franchi e ricavi per 38’137’818 franchi. Sono i dati salienti dei conti consuntivi 2020 dell'Azienda cantonale dei rifiuti. Le "buone prestazioni", sostiene l'Acr, fornite dall'Impiantio cantonale di termovalorizzazione hanno permesso di smaltire 167’119 tonnellate di rifiuti, delle quali 16’408 tonnellate di fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque e 3'093 tonnellate di rifiuti speciali.
Dal profilo operativo, indica ancora l'Acr, il 2020 ha registrato una diminuzione degli apporti complessivi di circa 8’150 tonnellate di rifiuti. "Quanto di questa diminuzione sia da attribuire al consolidamento dell’introduzione della tassa sul sacco a livello cantonale o al confinamento della primavera dello scorso anno, durante il quale numerose attività economiche sono state completamente bloccate, è difficile da valutare", annota l'Azienda cantonale dei rifiuti.
La fornitura di energia dell’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti ha contribuito "in maniera importante alla riduzione delle emissioni di Co2", grazie in particolare al teleriscaldamento (permettendo il risparmio di circa 6 milioni di litri di nafta) e anche alla produzione di energia elettrica (coprendo il fabbisogno di annuale di circa 21’000 famiglie).