Ticino

Impiegati impoveriti, Ocst chiede nuove regole

Si propongono contratti collettivi per migliorare la situazione di professioni sempre più minacciate dal dumping salariale

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20 giugno 2021
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Contratti collettivi per combattere la piaga del dumping nel terziario impiegatizio. Questa la proposta dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese (Ocst) che si rivolge ai datori di lavoro per aprire una nuova fase di confronto. In un comunicato, il sindacato ricorda che “il terziario impiegatizio è tradizionalmente la professione di sbocco più frequente per le lavoratrici e i lavoratori residenti”, ma ultimamente “abbiamo assistito a un costante deterioramento dei salari in tutte le multiformi aree di impegno delle impiegate e degli impiegati e, parallelamente, a un aumento costante del numero di lavoratrici e lavoratori frontalieri che occupano posizioni in questo ambito. Questa tendenza non è certo arretrata nell’era Covid, come dimostrano recenti dati della Seco e degli Uffici di statistica.”

L’Ocst stigmatizza la discriminazione salariale subita dai frontalieri, che trascina verso il basso anche i salari dei residenti. “Un unicum ticinese”, la cui denuncia ha portato all’introduzione dei Contratti normali di lavoro (Cnl: 23 in Ticino, “record assoluto in Svizzera”). Soluzioni che però per Ocst non sono sufficienti a escludere soprusi. I Cnl infatti “hanno lo scopo di arginare il dumping salariale e permettere ai partner sociali di sedersi a un tavolo e trattare in merito all’introduzione di un Contratto collettivo di lavoro (Ccl) di categoria. Se per quel che concerne i salari minimi l’effetto è stato concreto e con dei minimi salariali vincolanti per tutte le aziende, per contro purtroppo non ci sono state le condizioni per discutere dei Ccl che potessero salvaguardare tutti i dipendenti di questi settori professionali”.

La soluzione proposta: “L’istituzione di un contratto collettivo di categoria, decretato di obbligatorietà generale, che imponga dei salari minimi, e che, in questo modo, riporti su un terreno di equità le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche di concorrenza leale tra le imprese”. Il tutto tramite un approccio a due marce: introducendo Ccl dove ancora non ci sono e migliorando quelli già esistenti con l’inclusione di condizioni specifiche per gli impiegati. L’Ocst “chiede quindi alle associazioni dei datori di lavoro di accettare di partecipare a una discussione costruttiva”.