Si propongono contratti collettivi per migliorare la situazione di professioni sempre più minacciate dal dumping salariale
Contratti collettivi per combattere la piaga del dumping nel terziario impiegatizio. Questa la proposta dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese (Ocst) che si rivolge ai datori di lavoro per aprire una nuova fase di confronto. In un comunicato, il sindacato ricorda che “il terziario impiegatizio è tradizionalmente la professione di sbocco più frequente per le lavoratrici e i lavoratori residenti”, ma ultimamente “abbiamo assistito a un costante deterioramento dei salari in tutte le multiformi aree di impegno delle impiegate e degli impiegati e, parallelamente, a un aumento costante del numero di lavoratrici e lavoratori frontalieri che occupano posizioni in questo ambito. Questa tendenza non è certo arretrata nell’era Covid, come dimostrano recenti dati della Seco e degli Uffici di statistica.”
L’Ocst stigmatizza la discriminazione salariale subita dai frontalieri, che trascina verso il basso anche i salari dei residenti. “Un unicum ticinese”, la cui denuncia ha portato all’introduzione dei Contratti normali di lavoro (Cnl: 23 in Ticino, “record assoluto in Svizzera”). Soluzioni che però per Ocst non sono sufficienti a escludere soprusi. I Cnl infatti “hanno lo scopo di arginare il dumping salariale e permettere ai partner sociali di sedersi a un tavolo e trattare in merito all’introduzione di un Contratto collettivo di lavoro (Ccl) di categoria. Se per quel che concerne i salari minimi l’effetto è stato concreto e con dei minimi salariali vincolanti per tutte le aziende, per contro purtroppo non ci sono state le condizioni per discutere dei Ccl che potessero salvaguardare tutti i dipendenti di questi settori professionali”.
La soluzione proposta: “L’istituzione di un contratto collettivo di categoria, decretato di obbligatorietà generale, che imponga dei salari minimi, e che, in questo modo, riporti su un terreno di equità le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche di concorrenza leale tra le imprese”. Il tutto tramite un approccio a due marce: introducendo Ccl dove ancora non ci sono e migliorando quelli già esistenti con l’inclusione di condizioni specifiche per gli impiegati. L’Ocst “chiede quindi alle associazioni dei datori di lavoro di accettare di partecipare a una discussione costruttiva”.