Il portavoce dell'Ordine dei farmacisti Tamò: 'Ogni posto disponibile viene preso in poco tempo. Più ci si avvicina al weekend più son gettonati e si fatica'
«Scusi, può richiamare nel pomeriggio che al momento siamo impegnatissimi?». La risposta che ci dà il portavoce dell’Ordine dei farmacisti ticinesi Federico Tamò quando lo cerchiamo verso le 12 per chiedergli come sta andando con la gestione del boom di richieste di tamponi antigenici per andare all’estero - leggasi, in Italia - parla da sola. E quando nel primo pomeriggio riusciamo a raggiungerlo in un momento di pausa nella sua farmacia di Bellinzona ce lo conferma: «Sono giorni intensi. La richiesta di tamponi sta aumentando ogni giorno in modo esponenziale, e sicuramente tutte le farmacie stanno cercando di aumentare le proprie capacità». Aumenti che, rileva Tamò, «non si possono decidere da un giorno all’altro, ci vuole più tempo per organizzarsi. Ma ci siamo. Dall’anno scorso, dall’arrivo della pandemia - continua il portavoce dell’Ordine dei farmacisti - abbiamo cominciato ad aumentare il personale della farmacia. Questo per essere al riparo da eventuali quarantene e pronti alle richieste in arrivo. Adesso, per tutto quello che riguarda il drive-in dei tamponi, ci stiamo affidando a infermieri, personale di studi medici, personale sanitario che si mette a disposizioni».
Non solo la sua farmacia sta procedendo in questa direzione, ma molte, moltissime altre: «Partiamo dal fatto che con le risorse normali è impossibile far fronte a tutta questa domanda. Quando tutti vogliono la stessa cosa allo stesso momento non si può far altro che cercare soluzioni agili, e la collaborazione con gli infermieri è ottima - annota Tamò -. L’unico modo per uscirne è, a livello sanitario, metterci tutti insieme e trovare soluzioni da proporre alla popolazione. Stiamo avendo buoni risultati, e il nostro auspicio è che questa collaborazione vada avanti anche in futuro, e su altri progetti».
La domanda di tamponi cresce esponenzialmente, e quando si pensa alla stagione estiva in arrivo e alle regole che, prima del Green pass europeo, ogni Stato sta decidendo per gli ingressi dentro i propri confini viene da chiedersi anche quanto sia sostenibile per le farmacie questo sforzo e se si riesca, davvero, a far fronte alla richiesta. «Bella domanda», sospira Tamò in risposta. E aggiunge: «Adesso ogni disponibilità che viene messa fuori dalle farmacie viene presa. Ne creiamo di nuove ogni giorno, e vengono subito prenotate. Oggi verso mezzogiorno era ancora possibile riservare un tampone per il pomeriggio, abbiamo ancora qualche posto per giovedì, ma è chiaro che andando verso il fine settimana la situazione diventa molto più complessa essendo quelli più gettonati. Non siamo ancora al tutto esaurito nell’arco dei sette giorni, si riesce ancora a trovare qualche buco, ma è chiaro che occorre flessibilità. Quello che posso garantire è che le farmacie si stanno impegnando molto per offrire il servizio a più persone possibile».
Al Green pass europeo guarda con fiducia anche Tamò, quando ricorda che «nelle prossime settimane non saranno solo i tamponi a essere riconosciuti, ma è importante che lo siano anche le vaccinazioni e lo status di chi ha contratto il virus da meno di sei mesi. Questo dovrebbe compensare un po’ la richiesta di tamponi». Chiaro, per arrivare a questa situazione «ci vuole un po’ di clinica. Gli studi sui vaccini sono stati fatti principalmente sulla riduzione della mortalità e delle patologie gravi, tutti gli altri dati stanno arrivando adesso. Ci vuole del tempo, ma quelli finora giunti sono tutti positivi. Quando saranno sufficientemente robusti la speranza è che potranno essere cambiate anche le direttive».