Una revisione in materia di crimini sessuali che non convince il collettivo ‘Io l’8 ogni giorno’ che chiede l’introduzione del concetto di ‘consenso’
Una ‘x’ rossa dipinta sulle mascherine e una frase urlata all’unisono: "No è no". È con questo slogan che il collettivo femminista ‘Io l’8 ogni giorno’ ha manifestato oggi a Bellinzona contro la revisione del diritto penale in materia di crimini sessuali. Il progetto prevede la creazione dell’infrazione ‘aggressione sessuale’ nel quale rientrano gli atti sessuali compiuti contro la volontà della persona o a sorpresa.
Il collettivo contesta il fatto che si tratterebbe di un delitto, per il quale è prevista una pena di massimo 3 anni, e non un crimine, il cui massimo sarebbe di 10 anni. "Ciò che distingue questa nuova categoria ‘aggressione sessuale’, da quella già esistente ‘violenza carnale’ non è la natura o la gravità del reato, bensì il comportamento, la reazione, della vittima", ha spiegato il collettivo. "In questo modo si rischia di creare una sorta di gerarchia tra le brave vittime, quelle che si sono difese dibattendosi, urlando (...) e le altre, quelle che non avrebbero reagito con sufficiente forza per impedire di essere stuprate".
‘Io l’8 ogni giorno’ ricorda che per la convenzione di Istanbul, riconosciuta dalla Svizzera nel 2018, deve essere considerato stupro ogni rapporto sessuale non consensuale. Anche l’attuale codice penale non soddisfa le manifestanti: "Per vedere riconosciuto il fatto di aver subito una qualche forma di violenza sessuale, la vittima è tenuta a dimostrare di essersi opposta in ogni modo al suo autore. L’assenza del consenso della vittima, come anche un suo ‘no’, non sono infatti ritenuti sufficienti all’interno del nostro ordinamento penale". Non tutte le donne, ricorda il collettivo femminista, reagiscono allo stupro nello stesso modo. Alcune si difendono fisicamente, altre si ‘dissociano’ dal proprio corpo, c’è chi preferisce non reagire perché teme per la propria vita, mentre talune sono come paralizzate. "Il progetto proposto – proseguono – presuppone una visione per cui il corpo femminile sia per sua natura sempre accessibile, a meno che la donna non lo difenda opponendosi con la forza".
Io l’8 ogni giorno’ ha realizzato un Piano d’azione femminista contro la violenza sulle donne, nel quale chiedono che venga introdotto nel codice penale svizzero il concetto di ‘consenso’ e che dunque le definizioni di ‘coazione sessuale’ e ‘violenza carnale’ vengano sostituite con una nuova categoria di reato sessuale che includa gli atti ottenuti senza il benestare della vittima. In definitiva il collettivo chiede di smettere con la vittimizzazione secondaria, e di comprendere che il sesso senza consenso è stupro.