Ticino

'Ci aspettiamo un aumento dei ricoveri in terapia intensiva'

Aumento dei contagi in età pediatrica ma con numeri di ricoveri limitati e minori della seconda ondata

(Ti-Press)
2 aprile 2021
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Le autorità cantonali hanno organizzato oggi un momento informativo per un aggiornamento sulla situazione epidemiologica. Presenti Giorgio Merlani, Medico cantonale e Lisa Kottanattu, Caposervizio dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana dell'EOC

Giorgio Merlani: «Dopo un periodo di relativa stabilità fra gennaio e marzo i valori sono di nuovo in salita, sia in termini di numero di test effettuati sia in termini di numeri assoluti, con un tasso di replicazione costantemente superiore a 1, con punte di 1,2 e con la media quotidiana intorno a 80, mentre qualche settimana fa era intorno a 40-50, quindi è raddoppiata.

In termini di pressione sugli ospedali il numero di ricoveri è aumentato rispetto alle dimissioni, è importante da dire tuttavia che i ricoveri sono riferiti a una fascia di età diversa: avendo vaccinato le persone più vulnerabili, di rifletto si osserva che le persone ricoverate sono soprattutto tra i 60 e i 75 anni, perchè le persone over 70 non sono ancora tutte vaccinate o non tutte in modo completo. Anche il fatto che la variante inglese abbia un decorso più grave contribuisce all'aumento dei ricoveri, per cui anche persone giovani che contraggono una delle varianti hanno spesso delle complicazioni: anche se si registra una degenza ospedaliera mediamente più corta, sono pazienti giovani sui quali si investe ogni energia, e che in caso di complicazioni vengono ricoverati in terapia intensiva, quindi ci si aspetta un aumento in questo senso.»

«Sono state ridotte attività elettive, modificati i turni e tagliate le vacanze al personale sanitario: uno sforzo che viene fatto per la popolazione, a cui si chiede di continuare a rispettare le regole» ha dichiarato il medico cantonale

Test Pcr per i viaggi ancora a pagamento

«Il sistema dei test per le persone asintomatiche è diverso da quello per le persone sintomatiche, occorre dividere le procedure: se si hanno sintomi, è opportuno contattare il medico di famiglia e fare il tampone Pcr, se invece non si hanno sintomi allora è opportuno chiamare la farmacia. Se una farmacia non ha disponibilità, si può chiamare un'altra dalla lista pubblicata sul sito del Cantone. L'unico test attualmente a pagamento» ha ribadito Merlani, «è il test Pcr che viene richiesto per un viaggio. Il test rapido è invece, come già detto, gratuito, e non deve essere pagato al farmacista. 

L'autotest in arrivo mercoledi è diverso per alcuni aspetti: è più semplice, quindi non deve essere fatto nella rinofaringe ma all'interno dei primi 2 cm della narice, l'affidabilità è tuttavia inferiore rispetto al test rapido e ancora più bassa rispetto a un test Pcr, quindi non va usato in nessun caso se si hanno dei sintomi. «Non è una sicurezza assoluta» ha ribadito il medico cantonale. 

Il medico cantonale ha rivelato che si sta lavorando a un progetto di test "collettivo": l'idea è di fare in un punto preciso tutto insieme il test, ripetuto ogni 3 giorni, ciò che con una buona adesione potrebbe fare la differenza in termini di contrasto della pandemia.

Ricerca delle varianti solo in casi particolari

Riguardo all'apertura delle scuole, il medico cantonale ha ribadito che le indagini ambientali e i piani di protezione, l'uso delle mascherine e i test immediati hanno dimostrato che si può andare avanti: i test di massa non fanno la differenza, ma la fanno le indagini ambientali in caso di allievi positivi, che rilevano spesso al massimo un altro positivo.

Da lunedi, ha dichiarato Merlani, non verrà più verificato se un contagio è riferito alla variante inglese o meno: il test di sequenziamento di tutto il virus verrà effettuato solo in casi di focolaio difficili da contenere, decorsi gravi, casi di positività al ritorno da paesi a rischio. In questi casi si cercherà di capire esattamente qual è il virus e le sue particolarità.

Per le case anziani nel periodo pasquale sono previsti allentamenti, in virtù della situazione positiva in termini di assenza di contagi e dell'avanzare della campagna di vaccinazione: ad esempio i residenti potranno trovarsi in tavoli da 5 distanziati, e le visite saranno concesse in modo più larghi.

Il 6,7% delle persone, 23'618 persone, è stato vaccinato con due dosi: il calcolo però si basa su tutta la popolazione, compresi i ragazzi sotto i 16 anni che non sono attualmente compresi nel piano vaccinale, quindi la percentuale reale si aggira intorno al 10%. In 43'000  hanno ricevuto solo una dose. Si hanno pochi effetti collaterali sia in termini di numeri sia di gravità: è vero che ci sono persone anziane con patologie pregresse che dopo il vaccino possono avere dei decorsi gravi, ma si indaga subito se esse abbiano una relazione temporale o causale o meno col vaccino, ovvero se accadono semplicemente dopo l'aver assunto il vaccino o se invece insorgono proprio a causa di esso.

Aumentati i contagi in età pediatrica, ma pochi i ricoveri

Lisa Kottanattu: «non abbiamo avuto decorsi gravi a livello pediatrico, anche se le varianti colpiscono maggiormente questa fascia. Nella seconda ondata sono stati molto meno i bambini ricoverati, circa 3 o 4 con un buon decorso clinico, nella prima ondata erano una decina. Sono però aumentati i numeri dei bambini contagiati dalla variante inglese, soprattutto fra i 6 e i 12 anni, ciò che ha portato all'emanazione di nuove linee direttive circa i test sui bambini.

L'obiettivo è quello di evitare i focolai, testare di più i bambini dai 6 anni in su, fascia di età per cui sono stati adeguati i test allineandoli a quelli degli adulti. Per la fascia sotto i 6 anni c'è un algoritmo specifico, e possono essere testati in caso di sintomi chiari o di contatto con persone positive. Rimane in vigore il test Pcr in età pediatrica, che è quello che stato fatto prima di avere i test salivari: adesso si sa che si può usare il test col campionamento salivare anche su bambini sopra i 6 anni sintomatici, sotto i 6 anni non ci sono dati.

Il test salivare ha delle peculiarità su cui bisogna essere attenti: ad esempio nell'ora precedente i bambini devono essere a digiuno e non devono bere nè lavare i denti, la saliva dev'essere fatta colare tre volte di fila, e i tempi di campionamento possono essere più lunghi. Dal punto di vista del test antigenico in età pediatrica, parlando sempre di bambini sintomatici, non ci sono dati per i bambini sotto i 12 anni, quindi la prima opzione resta sempre il test Pcr.»