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L’Ipg Corona ritarda, indipendenti sull’orlo del fallimento

Storie di due lavoratori autonomi che non ricevono aiuti finanziari da settembre. L’Ias: ‘Gli errori di compilazione ritardano l’erogazione degli aiuti’

(Ti-Press)
17 febbraio 2021
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Aiuti in sospeso, che non si sa se e quando arriveranno. Sono molti gli indipendenti che si trovano in difficoltà in questo periodo e non sanno per quanto ancora dovranno resistere. Gianluca* è un fotografo indipendente e nonostante abbia fatto richiesta per l’Indennità di perdita di guadagno (Ipg) Corona, ha ricevuto un’intimazione al pagamento dei contributi personali. Sandro* invece è maestro di ballo e, malgrado sia stato obbligato a sospendere gran parte delle attività presso la sua scuola, non ha diritto agli aiuti per i casi di rigore poiché fattura meno di 50mila franchi l’anno.

Due realtà di piccoli lavoratori indipendenti che da settembre non ricevono aiuti finanziari: «Le spese vanno comunque pagate e io sono al limite delle mie possibilità finanziarie», ci racconta preoccupato Sandro. «Voglio credere che il governo mi verrà in contro, ma non so per quanto riuscirò ancora ad andare avanti, sono allo stremo. La soluzione potrebbe essere fallire, ma non voglio».

‘I formulari incompleti ritardano gli aiuti’

Lunga attesa anche per Gianluca: «Ho effettuato alcuni sbagli nella compilazione della richiesta per l’Ipg Corona, e forse questo ha rallentato la mia pratica». Dubbio confermato dall’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias). «Spesso i formulari vengono inviati incompleti o con alcuni errori. Per cui dobbiamo fare delle verifiche e richiedere dei documenti supplementari. A volte le persone non sono reperibili al telefono o per email. Tutto ciò allunga la procedura nonostante abbiamo messo la priorità alle richieste degli indipendenti e dei titolari di società anonime e società a gestione limitata, poiché ci siamo resi conto che sono quelli più in difficoltà», ci spiega Pierluigi Zuccolotto, capo dell’Ufficio prestazioni dell’Ias.

Un altro punto che Gianluca contesta è il fatto di ricevere richiami per il pagamento dell’Avs. Le volte che ha telefonato per rendere attento l’Ufficio dei contributi della sua situazione la risposta è stata sempre la stessa: «Non possiamo fare nulla, è un altro l’ufficio che si occupa delle indennità». Nonostante questo problema di comunicazione interna, per Gianluca non c’è attualmente soluzione. La riscossione dell’Avs sottostà a una legge federale e non è possibile per le singole casse di compensazione «sospendere la fatturazione o modificare le scadenze delle fatture emesse», ci spiega Siro Realini, responsabile dell’Ufficio dei contributi presso l’Ias.

Consapevole del momento di difficoltà che molti indipendenti stanno passando, l’Ias ha chiesto all’Ufficio federale competente «se, considerata la situazione, fosse in procinto di replicare il provvedimento preso a marzo dell’anno scorso, ossia la concessione di proroghe al pagamento dei contributi Avs. Per il momento però non ci sono segnali in questa direzione», dice Realini. «Gennaio è un mese pieno di spese per gli indipendenti – ricorda il fotografo –. Bisogna pagare varie assicurazioni, per non parlare di altri costi fissi come l’affitto, la cassa malati e le spese private. Questo senza poter contare sulla tredicesima». Spesso i creditori sono poco flessibili: «Ho spiegato la situazione alle varie assicurazioni, ma mi hanno risposto che non è un problema loro».

Ausiliari provenienti dalla disoccupazione

A facilitare gli indipendenti il fatto che la procedura di richiesta dell’Ipg Corona si basa sull’autocertificazione: «Le richieste sono molte e preferiamo erogare le prestazioni nella misura del possibile e poi effettueremo i controlli che dovremo fare più tardi», precisa Zuccolotto. Il numero di richieste per l’Ipg Corona varia dalle 4mila alle 6mila al mese. Numeri connessi al fatto che la domanda deve essere rinnovata ogni mensilità.

Per far fronte alla mole di lavoro l’Ufficio delle prestazioni è corso ai ripari già da alcuni mesi: «Come aiuto in più riceviamo manforte da funzionari nominati di altri uffici dell’Ias – ci spiega il capo dell’Ufficio –. Inoltre facciamo capo a una decina di ausiliari che abbiamo formato e che ci aiutano a evadere le pratiche. Si tratta di persone che sono iscritte all’Ufficio di collocamento e che hanno un’esperienza nell’ambito della gestione delle pratiche amministrative o che conoscono le assicurazioni sociali. Evidentemente queste persone vengono seguite. Sono di grande supporto anche perché riceviamo tante richieste per email e queste persone si incaricano anche di rispondere alle stesse o di trasferirle all’ufficio di competenza. Questo permette di evitare che le email navighino all’interno della struttura per troppo tempo». *Nome noto alla redazione