La mozione chiede che a causa delle minori emissioni di Co2 dovuto al calo degli spostamenti durante il lockdown si modifichi il coefficiente bonus/malus
Ridurre del 10% l'imposta di circolazione attraverso il sistema bonus/malus in virtù del minore inquinamento generato dal calo degli spostamenti in seguito al lockdown, compensando anche, in questo modo, le minori deduzioni fiscali collegate alla diminuzione delle spese professionali, fra i quali, appunto, gli spostamenti per lavoro.
È quanto chiede una mozione presentata in Gran Consiglio da Andrea Censi (Lega dei Ticinesi e primo firmatario), Fabio Käppeli (Plr), Claudio Isabella (Ppd), Paolo Pamini (Udc)
"Durante l’anno pandemico 2020 (ed ancora nei primi mesi del 2021)", osservano i firmatari, "la popolazione ticinese si è vista obbligata a limitare significativamente gli spostamenti, sia per questioni professionali (a seguito della chiusura di molte attività commerciali e produttive e dell’introduzione del telelavoro) che a causa delle conseguenze indirette provocate da un confinamento più o meno volontario". Da questo, argomentano, è derivato un uso minore dei mezzi privati (e dei mezzi pubblici) rispetto agli anni precedenti, che ha procurato una drastica riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti, ciò che è stato rilevato anche dal Dipartimento del Territorio.
I promotori della mozione osservano dunque che, come a diverse categorie di abbonati ai trasporti pubblici è stata concessa una restituzione o un prolungamento del proprio abbonamento, allo stesso modo dovrebbe essere considerato un bonus per il minor impatto e costo ambientale dovuto alla limitazione della libertà di movimento di cittadini e lavoratori.
Oltretutto, i firmatari portano all'attenzione la questione delle minori spese professionali legate alle trasferte, della cui diminuzione intende tenere conto, nelle valutazioni delle deduzioni, anche la Divisione delle contribuzioni (come da noi riferito in un precedente articolo). "Benché opinabile, sia politicamente che economicamente, le motivazioni esposte hanno un loro senso logico: se grazie al telelavoro gli spostamenti professionali sono diminuiti, sono diminuite anche le spese deducibili" osservano i mozionanti.
Per essi, dunque, "questa posizione governativa comporta un’ammissione di non poco conto: le restrizioni imposte da governo cantonale e federale hanno limitato significativamente a lavoratori e aziende l’utilizzo di mezzi di trasporto privati". Limitazioni che, a loro dire, se da un lato giustificano una riduzione delle deduzioni per le spese di trasporto, "a onor di logica e in buona fede" devono d’altro canto portare a considerare anche una congrua riduzione delle imposte di circolazione per gli anni 2020 e 2021. "Non si può avere il panino e il soldino, mentre i conti vanno fatti quadrare in altro modo, senza continuare a far pagare a automobilisti (e lavoratori) le imposte di circolazione più care della Svizzera".
I mozionanti puntano l'accento sulla componente delle imposte di circolazioni che dovrebbe fare da "(dis)incentivo", spingendo l'automobilista verso la scelta di veicoli con minori emissioni di CO2. In base a ciò, chiedono un intervento del Consiglio di Stato affinchè, utilizzando il proprio margine di manovra, modifichi il coefficiente di moltiplicazione K determinato dalle emissioni di CO2 in modo da ottenere una riduzione lineare del 10%. Percentuale, questa, che corrisponde al massimo concesso in delega così come stabilito anche in una recente sentenza della Camera di diritto tributario del 23 gennaio 2018 in merito all’aumento d’imposta di circolazione a seguito dei ricorsi di tre privati cittadini patrocinati dal Fronte Automobilisti Ticino.
Con la presente mozione si chiede dunque che il Consiglio di Stato usufruisca del proprio margine di manovra, modificando il coefficiente di moltiplicazione K (bonus/malus) determinato dalle emissioni di CO2 in modo da ottenere una riduzione lineare del 10% delle imposte di circolazione per l’anno 2020 e 2021, rimborsando la differenza già pagata dai cittadini tramite versamento diretto o riduzione dell’imposta successiva nel caso di accoglimento della Mozione. "Anche a fronte delle evidenti riduzioni di consumi ed emissioni riscontrate" concludono i mozionanti, "una riduzione delle imposte di circolazione non è automatica, bensì costituisce – a nostro avviso – una giusta decisione politica".