L’emergenza ha accelerato una tendenza verso scambi ‘circolari’ e sostenibili, dalla bottega dietro l'angolo al web.
L’usato sta diventando sempre più popolare, in Ticino come nel resto della Svizzera. La pandemia pare aver accelerato una tendenza già in atto, legata sì alla necessità di risparmiare in tempi incerti, ma anche a una rinnovata attenzione per il valore degli oggetti e la sostenibilità ambientale. Ne sa qualcosa Caritas Ticino, i cui negozi dell’usato – a Giubiasco e Pregassona i principali – combinano il reinserimento occupazionale con la disponibilità di prodotti di seconda mano di ogni tipo, ad esempio mobili e soprammobili. «I lockdown ci penalizzano, ma poi alla riapertura vediamo una nuova ondata di clienti, non solo quelli che ci sostengono da lungo tempo, ma anche fasce più giovani», spiega il direttore Marco Fantoni: «Si comincia a vedere anche la giovane coppia che per la prima casa preferisce puntare sull’usato di qualità invece che su prodotti nuovi, ma costosi oppure scadenti. Nell’anno della pandemia poi ci ha aiutato anche la chiusura delle frontiere, che ha visto alcuni reindirizzarsi dal nuovo a poco prezzo reperibile in Italia a beni di seconda mano, ma a chilometro zero».
Secondo Fantoni tornano indirettamente utili anche i social network, con le loro bacheche di prodotti messi in vendita dagli utenti: «Hanno permesso anche alle nuove generazioni di familiarizzare con l’usato, con effetti positivi pure per negozi fisici come i nostri». Certo, a determinare le scelte di alcuni «potrebbe essere anche l’incertezza per le prospettive economiche, ma mi pare che si tratti di un fattore meno importante rispetto alla voglia di donare agli oggetti una seconda vita».
«È che ormai il consumo usa-e-getta è diventato esasperante, molte persone sono sature, stufe di possedere cose tutte identiche, di qualità scadente e magari carissime», chiosa Sandro Bassanini, titolare di Tondo Music a Maroggia, il negozio di vinili più grande della Svizzera: «Così si è diffusa anche da noi quella propensione al ‘second hand’ che da diversi decenni è già radicata negli Stati Uniti. Dietro c’è la possibilità di acquistare cose di alta qualità che altrimenti non ci si potrebbe permettere, basti pensare a certi amplificatori o giradischi. Ma non si tratta di un ragionamento meramente economico: questa pandemia ci ha costretto a prenderci il tempo per riflettere, per imparare a fare attenzione alle cose». Bassanini si augura «che si tratti di un cambiamento duraturo, fatto sta che di negozi dell’usato qui attorno ne ho visti spuntare molti in questi anni».
E non si tratta di semplice nostalgia per il passato, per la bottega d’una volta: «Oggi premia un modello ibrido, nel quale da una parte c’è la possibilità di venire in negozio, fare un giro, e oltre all’oggetto trovare un’esperienza; abbiamo visto tutti quanto ci manchi questo semplice scambio nei momenti di confinamento». Poi però «è fondamentale anche il commercio sul web che permette di vendere e acquistare a livello globale: nel mio caso, l’anno scorso le vendite online sono cresciute del 60%, e hanno permesso di compensare le perdite dovute al lockdown».
Anche Georgina Bernardi, responsabile della Boutique dell’usato di Muralto, si dice tutto sommato soddisfatta di come la sua attività abbia potuto attraversare il periodo pandemico: «Certo, siamo penalizzati dalle chiusure. Ma in primavera abbiamo visto che alla riapertura molte persone sono venute a trovarci, mosse dalla volontà di sostenere i commerci locali: clienti storici, ma anche clienti che non rivedevamo da tempo. E poi l’estate ha portato molti turisti». Anche in questo caso, ad avvicinarsi all’usato sono stati sempre più giovani: «Gli adolescenti in particolare cercano abiti usati, un po’ per risparmiare e per moda, ma anche perché sono attenti alla sostenibilità. Stanno riscoprendo quell’avversione agli sprechi che le generazioni più anziane conoscono già». Non a caso, anche piattaforme per l’acquisto di abbigliamento come Zalando stanno aprendo al commercio di capi usati.
I privati non guardano al mercato dell’usato solo per fare acquisti, ma anche per vendere ciò che non gli serve più. E in tempi di lockdown lo fanno spesso dal divano di casa, usando il web. In portali di annunci come Tutti.ch: «Abbiamo registrato per quattro giorni consecutivi il record assoluto nella storia della nostra piattaforma di compravendita. Anche in estate abbiamo avuto cifre record, poiché rispetto all’anno precedente un numero nettamente maggiore di persone ha trascorso le vacanze a casa o in Svizzera. Nel corso della seconda ondata in autunno 2020 abbiamo continuato a osservare cifre di utilizzo elevate, sebbene non con la stessa intensità della primavera», nota Negri. Come mai? «Nel frattempo le persone hanno fatto un po’ l’abitudine alla nuova situazione; ad esempio, si erano già dotate di quegli articoli dei quali avevano bisogno per lavorare da casa».
I periodi di lockdown sono quelli che registrano una corsa più marcata verso gli articoli sportivi, per il fai-da-te e il giardinaggio, ma anche verso giocattoli e informatica. Tra i prodotti più ricercati «strumenti musicali quali chitarre e pianoforti, console di gioco e attrezzature per il fitness». Ad esempio, «a novembre le ricerche della Playstation 4 sono quasi triplicate rispetto allo stesso mese nel 2019. Anche le macchine da cucire sono state cercate più spesso». Chi rammenda, chi lavora sui bicipiti: le panche per il sollevamento pesi «hanno visto una crescita pari addirittura al 594%». Poi naturalmente c’è tutto quanto serve per lavorare da casa: «Le ricerche di sedie da ufficio sono più che triplicate rispetto al 2019, proprio come quelle riguardanti le scrivanie e i monitor». Male invece all’inizio della pandemia biglietti e buoni, offerte di lavoro, immobili e auto, che però hanno visto domanda e offerta normalizzarsi progressivamente a partire già dalla tarda primavera. E proprio nel settore automobilistico il ricorso all’usato è aumentato, come conferma il responsabile stampa di Amag Emanuel Steinbeck: «Abbiamo potuto notare un maggiore interesse per le auto usate e ne abbiamo anche potuto approfittare. Una ragione importante per l’incremento della domanda sono stati i colli di bottiglia nella produzione delle auto nuove a causa delle chiusure delle fabbriche».
Tornando a portali come Tutti.ch, sono infine aumentate anche quantità e varietà dei prodotti messi in vendita. Stando più a lungo in casa, molti ne hanno approfittato per svuotare cantine e solai, utilizzando il web per liberarsi del superfluo: un aquilone a Grancia, un “vibratore per calcestruzzo” a Bellinzona, uno spargisale elettrico a Contone. “Astenersi perditempo”.