Liberali radicali contro tutti in commissione 'Giustizia e diritti'. Giorgio Galusero: 'Non presenteremo però un rapporto di minoranza'
Liberali radicali contro tutti in commissione parlamentare ’Giustizia e diritti’. E anche stavolta la vertenza concerne una nomina in magistratura. È successo con il recente rinnovo delle cariche al Ministero pubblico. Succede in vista dell’elezione del o della subentrante di Siro Quadri - passato nel frattempo al Tribunale penale cantonale - alla guida della Pretura di Vallemaggia. La polemica è divampata ieri mattina durante la riunione commissionale da cui sarebbe dovuta uscire formalmente, per il dopo Quadri, una sola proposta di nomina all’indirizzo dell’autorità chiamata a designare giudici e procuratori, cioè il Gran Consiglio. In corsa, dopo il ritiro di Brenno Martignoni Polti (area Udc), due candidati, entrambi ritenuti idonei dalla Commissione di esperti a ricoprire la carica: Manuel Bergamelli, oggi pretore aggiunto alla Pretura di Locarno Città, presentatosi come indipendente e Petra Vanoni, attualmente vicecancelliera della Pretura penale, in quota Plr. Ed è stata spaccatura, con i liberali radicali favorevoli all’elezione di Vanoni e il resto della commissione che - firmando il rapporto stilato dal presidente dell’organo parlamentare, il popolare democratico Luca Pagani - si è schierata a sostegno della candidatura di Bergamelli.
La discussione si è accesa in particolare sul progetto di rapporto di minoranza, e sui contenuti del documento, portato in seduta da Galusero (Plr). Ancora in giornata la polemica, almeno in parte, è però rientrata. «Di fronte alle perplessità manifestate dalla maggioranza e visto che nessuno ha appoggiato il nostro rapporto di minoranza, abbiamo deciso di non presentarlo al plenum del Gran Consiglio. Dunque, lo ritiriamo. Tuttavia non firmiamo quello di maggioranza - fa sapere Giorgio Galusero, da noi interpellato -. Ricordo che Vanoni può comunque mantenere la propria candidatura e affrontare il voto del parlamento. Sarà lei a decidere cosa fare». Intanto la maggioranza della ’Giustizia e diritti’ sottoporrà all’approvazione del plenum un unico nome per l’elezione del pretore di Vallemaggia: quello appunto di Bergamelli.
Da parte del Plr (alla riunione di ieri non hanno preso parte, per motivi vari, tre dei suoi cinque commissari) c’è stato così un parziale passo indietro, ma nella ’Giustizia e diritti’ non si respira una grande aria. «La commissione - evidenzia la sua prima vicepresidente, la leghista Sabrina Aldi - si occupa di un settore importante e delicato dello Stato: stiamo infatti parlando del potere giudiziario. E quando in ballo ci sono delle nomine, si ha a che fare con la vita professionale, presente e futura, di aspiranti magistrati o di magistrati che postulano l’elezione nella stessa funzione o in un altra carica giudiziaria. Da qui la necessità per la commissione di trovare compromessi o soluzioni condivise per evitare che il dibattito politico e le conseguenti polemiche finiscano per danneggiare l’immagine della giustizia. Proprio per questo - continua, contattata dalla ’Regione’, la vicecapogruppo della Lega - è davvero un peccato che, come emerso anche pubblicamente per altre recenti nomine in magistratura, non vi sia oggi all’interno della ’Giustizia e diritti’ un clima positivo. Per il futuro non posso che appellarmi al senso di responsabilità dei deputati che, come me, siedono in questa commissione».
Si dice «sollevato» il presidente cantonale del Ppd Fiorenzo Dadò, pure lui commissario della ‘Giustizia e diritti’. Sollevato perché «questo gesto da parte dei colleghi del Plr è sicuramente un gesto di buona volontà per ripristinare un clima sano e di reciproca collaborazione, anche quando le opinioni non sono necessariamente convergenti». Un buon segnale, riprende Dadò, anche guardando oltre il singolo tema: «Si spera che in futuro, quando ci troveremo su posizioni diverse, si possa trovare una giusta modalità di confronto».
Per Ivo Durisch, capogruppo del Ps in Gran Consiglio e membro della commissione, «è senz’altro cosa saggia, per questo genere di nomine, non andare davanti al plenum del Gran Consiglio con un rapporto di minoranza, che potrebbe innescare in aula duri scontri politici certamente nocivi per la magistratura». La 'Giustizia e diritti', ricorda Durisch, è stata istituita qualche anno fa «allo scopo di scongiurare questi scontri nel plenum e di circoscrivere la discussione alla commissione, tenuta - una volta in possesso dei preavvisi ’tecnici’ forniti dalla Commissione di esperti, in caso di nuove candidature, o dal Consiglio della magistratura, in caso di candidature di procuratori o giudici uscenti - a fare valutazioni d’ordine anche politico. Con l’auspicabile obiettivo di proporre al Gran Consiglio l’elezione di un numero di magistrati pari a quello dei posti a concorso. Pensando ai temi importanti che dovremo trattare, mi auguro che la 'Giustizia e diritti' recuperi una certa serenità».