L'uomo vive in Sudafrica: in Svizzera per far visita a familiari in occasione delle feste. Il medico cantonale: nessun contatto, non ha generato quarantene
La notizia, la brutta notizia in questo primo giorno del 2021 giunge a metà pomeriggio, con una nota stampa del Dipartimento sanità e socialità: Covid-19, c’è un primo caso "accertato" di variante sudafricana nel nostro cantone. “Le specifiche analisi svolte su un caso sospetto - scrive il Dss - hanno confermato la presenza di un primo caso di variante sudafricana di Coronavirus in Ticino”. È una persona che vive e lavora in Sudafrica e che si trova "momentaneamente" nel cantone. Era risultata "positiva" al Coronavirus prima di Natale: “Aveva quindi seguito le ordinarie disposizioni, ponendosi in isolamento”. L'esito delle analisi, con la conferma della variante sudafricana, è stato comunicato ieri all’Ufficio del medico cantonale. Che ha subito contattato la persona.
Stando a nostre informazioni, si tratterebbe di un uomo arrivato in Ticino per far visita a familiari in occasione delle feste. Sapendo dell'esistenza della variante sudafricana del Covid, si è messo in quarantena. Un'autoquarantena. Senza attendere le nuove direttive federali. Al manifestarsi dei primi sintomi si è fatto subito testare, risultando positivo al Coronavirus. I successivi approfondimenti di laboratorio hanno portato alla scoperta della variante sudafricana. L'uomo potrebbe essersi infettato o sull'aereo o all'aeroporto. Prima di partire si era infatti sottoposto al test ed era risultato negativo. «La persona non ha comunque generato quarantene, non avendo avuto contatti, come abbiamo potuto appurare», spiega, interpellato dalla 'Regione', il medico cantonale Giorgio Merlani.
In "diversi" Paesi europei, ricorda il Dipartimento sanità e socialità, "da alcuni giorni si ha prova della diffusione di due varianti di Coronavirus, una di un ceppo inglese e una del ceppo sudafricano". La Svizzera "non fa eccezione" e l’Ufficio federale della salute pubblica "ha già comunicato di aver ricevuto notifica di alcuni casi". Quello ticinese non è insomma il primo nella Confederazione. Le autorità "hanno dal canto loro provveduto a prendere provvedimenti specifici per chi entra in Svizzera, in provenienza da Gran Bretagna o Sudafrica”. Nel frattempo si è mosso anche l’Ufficio del medico cantonale. Appreso delle due varianti del virus in circolazione, “ha provveduto a informare gli operatori sanitari, istituendo una procedura specifica per identificare i possibili casi sospetti fra i casi positivi Covid-19". Sono tre, indica ancora il Dss, "i criteri che rendono sospetto un caso positivo: un soggiorno in Gran Bretagna o in Sudafrica, un contatto stretto con un caso accertato di variante inglese o sudafricana, un’evidenza particolare riconosciuta in fase di analisi di laboratorio ordinaria tramite test Pcr", quello tradizionale (non il test rapido, per intenderci).
I due ceppi, riprende Merlani, «si sono sviluppati parallelamente in luoghi distanti, tuttavia li accomuna il fatto di aver mutato delle specifiche zone della proteina che attacca il virus alla cellula, nella quale il virus penetra così più facilmente. Ciò fa sì che il virus sia più contagioso e pertanto maggiormente trasmissibile». Non ci si può invece esprimere per ora, continua il medico cantonale, «sul grado di virulenza delle due varianti: in altre parole, non ci sono al momento indicazioni su una loro maggiore aggressività e causa quindi di più ospedalizzazioni o più decessi». Osserva Merlani: «Secondo un recente studio condotto in Inghilterra, la variante inglese colpirebbe soprattutto i giovani, ma con decorsi blandi». Il che, avverte il medico cantonale, «nulla toglie alla preoccupazione derivante dall'elevata contagiosità dei due ceppi: qualora queste varianti del Coronavirus dovessero diffondersi in Svizzera e di riflesso in Ticino, il quadro si complicherebbe ulteriormente, considerato che il numero dei casi positivi non tende a calare». Eloquente il dato fornito stamane dalle autorità sanitarie: 312 nuovi positivi nel cantone. «Qualche giorno fa - racconta Merlani - mi sono sentito con gli altri medici cantonali. Alla luce anche di questi due ceppi, l'invito è a muoversi con estrema prudenza con le riaperture».
Mercoledì, intervenendo con il direttore del Dss De Rosa e il farmacista cantonale Zanini alla presentazione della campagna di vaccinazione, Merlani aveva accennato alla presenza in Ticino di un caso sospetto di variante inglese. Sarebbe una persona, ticinese, relativamente giovane, che studia in Inghilterra. «Gli approfondimenti in laboratorio sono sempre in corso - sostiene il medico cantonale -. Per l'esito ci vorrà ancora qualche giorno».