Dal 12 gennaio aperto il centro vaccinazioni a Rivera per gli over 85. Previsti altri 2 centri e punti dislocati sul territorio
Le autorità cantonali hanno organizzato un breve incontro informativo, in diretta streaming, per aggiornare la popolazione e i rappresentanti dei media sulla situazione sanitaria in Ticino, in relazione alla diffusione del nuovo coronavirus, e sulla campagna di vaccinazione.
Presenti Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Giorgio Merlani, Medico cantonale e Giovan Maria Zanini, Farmacista cantonale
Raffaele De Rosa: «Il Ticino ha voluto rispettare la data di inizio del 4 gennaio riconoscendone il grande valore. Abbiamo declinato l'invito a partecipare ad azioni più di comunicazione che di sostanza. Per noi conta iniziare in maniera sistematica, a tappeto, utilizzando fino all'ultima goccia di vaccino a beneficio delle fasce vulnerabili della popolazione. Soprattutto, non siamo disposti a scendere a compromessi sulla necessità di informare la popolazione su questo nuovo vaccino del tutto nuovo. Due settimane permettono di documentarsi per scegliere di sottoporsi consapevolmente alla vaccinazione. Pur consapevoli di dover fare delle scelte date le dosi limitate di vaccino, cerchiamo di mantenere la massima equità. Dal 4 gennaio inizieremo dalle case anziani e dai loro collaboratori, un gesto dovuto per un settore che sta pagando un prezzo altissimo in termini sociali e umani. Con la seconda dose somministrata a febbraio possiamo immaginare che per la fine di febbraio la stragrande maggioranza dei residenti delle case anziane sarà protetta e potrà ricominciare una vita normale. Il tasso di adesione di circa il 90% è un messaggio molto forte che ci invita a riflettere sull'importanza di avere una protezione da questa malattia e aumentare questa percentuale di adesione fra la popolazione».
A partire da martedi 12 gennaio, ha annunciato De Rosa, sarà disponibile per gli over 85 il primo centro di vaccinazione presso il centro di Protezione Civile a Rivera. Inizialmente saranno disponibili 2500 posti che saranno poi aumentati a seconda della disponibilità; seguiranno altri due centri per ulteriori 6'800 vaccinazioni, uno nel Sopraceneri e uno nel Sottoceneri. Ulteriori informazioni verranno inviate alle persone che hanno espresso il consenso alla vaccinazione ma non possono recarsi in uno dei centri.
«La vaccinazione è un'opportunità reale per consegnare ai libri di storia questo 2020» ha concluso De Rosa.
Giovan Maria Zanini: «A dicembre erano previste 10'000 dosi per il Ticino, considerando che servono due dosi, avrebbero coperto solo 5'000 persone, una parte minore dei residenti delle case anziane e del loro personale. Dopo l'omologazione si è capito che non era imperativo mantenere il termine di 4 settimane per la seconda dose, quindi si è deciso di utilizzare tutte le 10'000 dosi per vaccinare 10'000 persone. Si è avuta poi l'informazione che la seconda parte della fornitura è stata anticipata entro l'11 febbraio. In più sono state previste più di 6'000 dosi non preventivate, che ha portato il totale a 17'000. La Confederazione ha poi deciso di assegnare i quantitativi di arrotondamento ai cantoni che ne avevano più bisogno, fra cui appunto il Ticino.»
Per l'11 gennaio, considerati i dati sulle adesioni nelle case anziani, è previsto un residuo di 2'500 dosi che si possono assegnare alle persone sopra gli 85 anni che risiedono al loro domicilio, altre 6'800 dosi in arrivo per la stessa categoria di persone. Se arriverà il vaccino di Moderna nelle prossime 2-3 settimane, 12'000 dosi entro fine gennaio per gli anziani, e a dipendenza della fornitura potrà essere abbassata la soglia di accesso a un'età inferiore, a 80 o 75 anni per esempio.
Il 4 gennaio si inizierà a vaccinare ospiti e collaboratori delle case anziani. 4'800 dosi sono a disposizione in questo momento, distribuite il 4, 5 e 7 gennaio. Ne beneficeranno 40 strutture in tutto il Ticino, resteranno poi altre 32 strutture a cui sarà data la prima parte della fornitura che arriverà entro l'11 di gennaio. L'obiettivo è aver fatto la prima vaccinazione in tutte le case anziani entro metà gennaio. Il primo quantitativo di vaccino arriverà domani.
La distribuzione è stata attribuita alla ditta Galliker, che si occuperà di consegnare il vaccino, si tratta di una ditta specializzata e autorizzata da Swissmedic a trasportare e gestire medicamenti anche che richiedono il rispetto della catena del freddo. Entro il 7 gennaio le prime dosi saranno utilizzate in modo integrale. La gestione e la somministrazione avverrà in ogni singola casa da parte del personale sanitario della casa sotto la responsabilità dei direttori sanitari delle strutture, che avranno assistenza e documentazione, in termini anche di materiale che serve per preparare il vaccino (aghi, siringhe, diluente) per somministrare il vaccino in sicurezza. Documentazione, precisa Zanini, che non era possibile preparare prima dell'omologazione avvenuta il 19 dicembre, un passo fondamentale che richiedeva, laddove era utile e necessario, il coinvolgimento delle famiglie. Ai cantoni era chiesto di riprendere integralmente quanto deciso dalla Confederazione, nei giorni del Natale è stato chiesto il consenso alla vaccinazione a tutti gli ospiti delle case anziani. Fra qualche giorno verrà fatto un bilancio, i presupposti per l'adesione alla vaccinazione sono molto positivi, ci si attendeva un tasso elevato di adesione nelle case anziani. Ha sorpreso, commenta Zanini a titolo personale, il tasso del 56% dei collaboratori è stato inaspettato, ci si aspettava un coinvolgimento inferiore. Una cifra molto incoraggiante, che si ha anche grossomodo fra il personale sanitario dei reparti Covid degli ospedali, ed è indicativa per far riflettere la popolazione, dato che arriva da persone a diretto contatto con la malattia.
Dopo la prima parte della vaccinazione delle case anziani, le dosi che restano a disposizione saranno immediatamente disponibili per la fascia di popolazione selezionata in conformità con le raccomandazioni federali. Dal 12 gennaio chi ne è la possibilità potrà vaccinarsi a Rivera al centro della Protezione Civile annunciandosi a partire dal 4 gennaio alle 12 al numero verde che verrà successivamente comunicato. Si tratta di circa 11'600 persone, il 12 gennaio saranno disponibili 2'500 dosi. «Non mi piace dirlo» ha precisato Zanini, «ma chi riuscirà ad annunciarsi entro le 2'500 dosi potrà vaccinarsi dal 12 gennaio raggiungendo la sede con i propri mezzi. Purtroppo, e questo non dipende da noi ma dalla disponibilità fornita dalla Pfizer alla Confederazione, devo chiedere alle persone con più di 85 anni e non riescono a prendere l'appuntamento o non possono raggiungere Rivera, di pazientare e aspettare fine mese, quando arriveranno le 6'800 dosi supplementari. In quel caso sarà possibile vaccinarsi nei tre centri previsti per allora, e poi con il coinvolgimento dei Comuni sono state previste vaccinazioni sul territorio in luoghi decentrati più vicini agli anziani, organizzati in base alle disponibilità raccolte dai comuni». Se arriverà il vaccino Moderna, ha ribadito Zanini, sarà possibile vaccinare un numero supplementare di persone.
A febbraio occorrerà rivaccinare le persone vaccinate in gennaio, dunque il vaccino che arriverà in febbraio è riservato a queste persone, stessa cosa andrà fatta col vaccino di Moderna. Verranno date successive comunicazioni al riguardo. Verrà inviata una lettera alle persone over 85 con le informazioni necessarie, con la necessaria documentazione per scegliere di aderire e la raccomandazione in caso di dubbi di affidarsi al medico curante.
Merlani: «l'influenza stagionale non sta circolando a livello europeo. Il "sistema sentinella" svizzero ha rilevato 0 casi di questo tipo su 650 test. Non si riesce a contenere con la stessa facilità la cosiddetta "variante inglese" e quello sudafricano, ceppi diversi ma che hanno in comune il fatto di essere più contagiosi, poichè questa mutazione consente al ricettore del virus di entrare più facilmente nelle cellule e avviare il contagio. Attualmente in Svizzera ci sono dei casi confermati, in 3 o 4 cantoni, in Ticino c'è un caso sospetto che viene attualmente verificato.» Sui dubbi di efficacia del vaccino sul ceppo inglese, Merlani ha precisato che i dati attuali sono piuttosto positive, non c'è motivo di preoccupazione nè dimostrazione che il ceppo inglese sia più resistente. Non c'è inoltre nessun dato in merito a una superiore gravità o mortalità di tale variante, anzi i dati sembrano andare piuttosto nell'altro senso, dato che il virus si è diffuso soprattutto fra i giovani e quindi l'evoluzione è stata blanda, per lo stesso motivo non può essere fatto attualmente un confronto. Riguardo il vaccino, Merlani ha dichiarato che l'80% degli effetti collaterali sono stati lievi e locali, comunque in incidenza nettamente inferiore rispetto al virus stesso. L'unica controindicazione può essere un'allergia alle sostanze contenute nella dose, in particolare all'etilglicolo. Altre complicazioni possono essere dovute ad una malattia acuta in corso, ciò che non permette di stabilire a cosa siano dovute tali complicazioni. Prudenza anche per donne in gravidanza e nei bambini, dati non sufficientemente stabili per le persone immunosoppresse, che dovranno valutare caso per caso col proprio medico. Anche chi ha fatto la malattia e vuole vaccinarsi non affronta nessuna controindicazione, semplicemente è un vaccino "sprecato" che può essere dato a chi non ha avuto nessun incontro con il virus.
Riguardo la possibile confusione dell'Rna del virus col proprio codice genetico, Merlani ha escluso ogni possibilità di interferenza.
Non si sa ancora se la persona vaccinata può essere o meno ancora contagiosa. La conseguenza è che anche le persone vaccinate dovranno continuare a rispettare le misure di igiene (mascherina, lavarsi le mani, mantenere le distanze) almeno finchè i dati non chiariranno la questione.
Quanto alle possibili vaccinazioni negli studi medici, Zanini ha precisato che il vaccino Pfizer non è adeguato a questo scopo, a differenza di quello di Astrazeneca che però ha dei ritardi per cui non ci si fa affidamento sul breve termine. Il vaccino di Moderna sembra essere diventato più malleabile, sembra essere stabile per 30 giorni a temperatura frigorifero, e a differenza di quello di Pfizer è pronto all'uso senza necessità di essere diluito. In queste settimane si sta preparando una logistica che permetta di vaccinare una certa categoria di persone in alcuni studi medici selezionati (un paio di centinaia) secondo i criteri della Confederazione, ovvero età dai 75 anni in su, poi persone sotto i 75 anni con malattie croniche, che saranno vaccinate con il vaccino di Moderna quando sarà disponibile a sufficienza, presupposto che le caratteristiche del vaccino, note solo il giorno dell'omologazio, ne permettono l'utilizzo negli studi medici.