Viaggio nelle stazioni sciistiche ticinesi. Filippini: domani comunicheremo le decisioni sulle autorizzazioni cantonali chieste dai gestori degli impianti
Coira ha deciso: le stazioni sciistiche del vicino Grigioni saranno aperte anche durante le vacanze. Salvo peggioramenti sul fronte della pandemia e con un occhio di riguardo alla tenuta delle strutture sanitarie del cantone. Stesso discorso in Ticino, dove il Consiglio di Stato ha lasciato per ora accessibili gli impianti, dopo che venerdì Berna ha demandato ai Cantoni la facoltà (e la responsabilità) di decretarne la chiusura. «Stiamo allestendo le decisioni concernenti il rilascio delle autorizzazioni cantonali alle stazioni che ne hanno fatto richiesta - indica alla 'Regione' il segretario generale del Dipartimento istituzioni Luca Filippini, coordinatore del gruppo di lavoro 'Grandi manifestazioni' che su incarico del governo valuta i piani di protezione trasmessigli dai gestori degli impianti. Piani la cui conformità alle disposizioni federali anti-Covid, ricorda Filippini, «è stata verificata sulla carta e, quanto alla loro applicazione, direttamente sul posto tramite la polizia, con un'attenzione accresciuta per le stazioni più grandi». Alcuni impianti hanno già aperto, «sfruttando il periodo transitorio previsto e concesso dall'ordinanza federale degli inizi del mese». Praticamente tutte le stazioni invernali ticinesi hanno sollecitato nei giorni scorsi l'autorizzazione cantonale a operare. Mogno, come riferiamo in seguito, ha nel frattempo optato per la non apertura. Riprende Filippini: «Domani dovremmo poter procedere con il rilascio delle autorizzazioni. Chi la ottiene è poi ovviamente libero di decidere se tenere aperto o se non aprire». Certo, la chiusura dei ristoranti, decisa dal Consiglio federale, anche sulle piste da sci non rende la vita facile ai responsabili delle stazioni. C'è allora chi ha ripiegato sui take away. «Cosa senz'altro possibile - riprende il presidente del gruppo di lavoro - purché non vengano messi a disposizione anche tavolini o panchine, poiché la consumazione nelle vicinanze del ristorante non è consentita dalle disposizioni federali».
Matteo Milani, neopresidente della Amici del Nara Sa che gestisce la stazione bleniese, spiega che nel comprensorio sciistico è infatti in corso la riorganizzazione della ristorazione per trasformarla in servizio di distribuzione di tipo take away, predisponendo tre punti dove acquistare cibo e bevande. Sono inoltre state allestite due sale dove gli sciatori (obbligatorio l’uso della mascherina) possono sostare per riscaldarsi. Milani invita comunque gli avventori a recarsi nelle stazioni sciistiche vestiti adeguatamente: è importante indossare vestiti che tengano abbastanza caldo, dato che non è più possibile pranzare all’interno. Tiene poi a far presente che chi lavora per le stazioni sciistiche è consapevole delle importanti responsabilità che queste strutture hanno nell'odierno delicato momento. «Proprio per questo abbiamo investito molte energie per assicurare a tutti la tranquillità di poter sciare senza rischi di carattere sanitario». E l’investimento si è tradotto anche in termini finanziari dato che, come spiega lo stesso presidente della Sa, sono stati acquistati plexiglas che sono stati posati negli spazi interni ed è stato introdotto un sistema semaforico per gestire gli afflussi alle partenze degli impianti di risalita.
Anche nell’altra stazione bleniese, quella di Campo Blenio, si stanno allestendo tre-quattro punti di take away. «Abbiamo deciso di predisporre più punti in modo da non creare assembramenti», rileva Denis Vanbianchi, direttore degli impianti. Si è inoltre stabilito che nelle giornate di bel tempo, e di conseguenza con una possibile forte affluenza, verrà permesso l’accesso agli impianti unicamente ai possessori di un abbonamento stagionale.
Adeguamenti anche nelle stazioni leventinesi. Mauro Pini, direttore degli impianti di Airolo-Pesciüm, spiega che si sta lavorando per proporre un servizio di take away: sarà disponibile dal 26 dicembre. Non solo, da domani viene introdotto l’obbligo di prenotazione della cabina. L’accesso alla funivia di Airolo-Pesciüm sarà dunque permesso unicamente con una prenotazione valida, da effettuare sul il sito www.airolo.ch. In questo modo il limite massimo di affluenza sarà fissato a 1000 persone per giorno. Con la stessa prenotazione è possibile riservare il posto in cabina anche per gli altri membri del proprio nucleo familiare (fino a un totale di 5 persone), è però necessario indicare esattamente il numero di persone per cui si vuole riservare il posto.
Gabriele Gendotti, presidente della Nuova Carì Sagl che gestisce gli impianti di risalita, osserva che anche in questo comprensorio sciistico verranno allestiti due punti take away. Uno alla partenza degli impianti e l’altro sulle piste, a duemila metri nei pressi del ristorante. Anche a Carì verranno proposte delle sale riscaldate dove sostare ma dove non è possibile consumare cibo o bevande.
I responsabili delle quattro stazioni sciistiche hanno richiesto alla polizia di marcare maggiormente presenza, soprattutto dove ci sono i flussi più importanti di persone, come nelle aree di posteggio.
«Anche noi ci stiamo organizzando per offrire, da mercoledì, il take away», afferma Giovanni Frapolli, proprietario e gestore degli impianti a Bosco Gurin -. Spero comunque che questo sia l'unico anno in cui si lavora in simili condizioni, perché così è durissima. Comunque fino al 10 gennaio andiamo avanti, poi vediamo anche in base alle decisioni che prenderanno le autorità». Nel frattempo anche per Bosco scatta il numero chiuso per scongiurare assembramenti, che potrebbero compromettere il piano di protezione e generare problemi anche per i servizi igienici e per il take away. «Se tra 9.30 e le 10 avremo qui già 1'200 persone, azionerò da remoto i pannelli elettronici, piazzati lungo la strada ad Avegno, dunque all'imbocco della Vallemaggia, e all'entrata di Cevio, in cui informerò che la stazione sciistica è già piena. Sopra i 1'400 utenti gestire la situazione in queste condizioni sarebbe davvero difficilissimo».
Chiusa fino a nuovo avviso, per la situazione incerta causata dal Covid-19, la piccola stazione sciistica valmaggese di Mogno pensata soprattutto per le famiglie. Una decisione, quella adottata dal comitato dello Sci club Lavizzara che la gestisce (vedi anche cronaca di Locarno) sofferta, visti anche i notevoli sforzi compiuti nella pianificazione dei protocolli di sicurezza (per rispettare le misure di protezione della pandemia) e nella preparazione degli impianti. Conosciuta e apprezzata in particolare per i corsi di sci che offre ai bambini a Natale e Capodanno, la località garantirà unicamente la pratica dello sci di fondo. Le restrizioni emanate da Berna (in particolare la chiusura della ristorazione) rendono impossibile l'operato dei numerosi volontari. Da qui la decisione di non offrire il servizio per quest'anno, nonostante l'alto numero di iscritti alla scuola di sci e il buon innevamento. Un gesto dovuto anche per limitare al massimo i rischi di contagio, sottolineano gli operatori valmaggesi, per i quali la salute pubblica viene prima di tutto.
Come scritto, le stazioni sciistiche grigionesi rimarranno aperte durante le vacanze, a patto, segnala un dispaccio dell'Ats, che la situazione epidemiologica e le capacità ospedaliere non cambino in modo significativo. In ogni caso il governo cantonale si pronuncerà nuovamente il 29 dicembre. L'autorizzazione alle stazioni può essere concessa fino al 3 gennaio 2021, la situazione verrà tuttavia monitorata quotidianamente. Per ridurre il numero di incidenti sulle piste ed evitare ricoveri che potrebbero mettere in crisi le strutture sanitarie, è stato introdotto il divieto di servire e consumare alcolici nelle stazioni sciistiche.