La piccola stazione della Lavizzara, complice l'emergenza sanitaria, cancella i corsi di Natale e Capodanno per i bambini. La pista di fondo rimarrà aperta.
Mai decisione fu più sofferta, a Mogno. Dinnanzi ai numeri crescenti e preoccupanti della pandemia e per evitare rischi, a malincuore, i responsabili della piccola stazione sciistica della Lavizzara hanno deciso: almeno per quest'anno, niente sci. Pony lift e skilift fermi, dunque, corsi annullati, bambini e genitori non certo felici.
«Tutti abbiamo sperato fino all'ultimo che la situazione Covid potesse migliorare e l’allarme rientrare– spiega Ilaria Poletti, segretaria e cassiera dello Sci club Lavizzara – invece il peggioramento dell’ultimo periodo e la decisione del Consiglio federale di attuare un lockdown dei ristoranti ci ha costretti a riflettere e a prendere ulteriori decisioni». L'idea era quella d'iniziare col corso di sci natalizio e proseguire con quello di Capodanno. Anche perché «nelle ultime settimane abbiamo elaborato e messo in atto i piani di protezione richiesti, studiati appositamente per la sicurezza della nostra struttura. Eravamo pronti a ogni sforzo (e con molti più volontari a disposizione che negli anni passati) e a svolgere le attività rispettando le regole e facendole rispettare, proteggendo così i nostri piccoli e grandi ospiti».
Un'illusione durata fino a quando, da Berna, venerdì scorso, il Consiglio federale ha deciso di chiudere le strutture di ristoro. «Abbiamo recepito quello che ci è sembrato un “grido di aiuto e allarme” dalla Confederazione e, dopo un’analisi attenta, ci siamo convinti che la decisione ancora più giusta, responsabile e di aiuto per contenere i contagi era quella di chiudere gli impianti e, di conseguenza, annullare i corsi sci, disdire i pernottamenti in colonia (struttura e ristorante) e far cadere le varie manifestazioni che sicuramente avrebbero portato molto movimento turistico. Questa rinuncia è ancor più dolorosa perché arriva in un anno di buon innevamento, con molti iscritti ai corsi, con ottime previsioni di frequenza di ospiti e qualche progetto ancora da sviluppare per dare maggiori servizi agli appassionati della neve: davvero non ci voleva!» – commenta Ilaria Poletti. A onor del vero, una piccola parte dell'offerta di sport invernali, a Mogno, sarà comunque garantita: «assicuriamo l'apertura della pista di sci nordico (fondo) e appronteremo degli spazi per piccole discese sulla neve dove le famiglie potranno liberamente passare delle ore divertendosi».
Per il presidente Maurizio Dazio, al secolo “Meury”, dopo gli sforzi (anche finanziari) compiuti negli scorsi mesi per preparare al meglio la stazione sportiva, il rammarico è forte: «Tutti gli anni ci ritroviamo in gruppo a Mogno per le nostre vacanze e il tempo libero lo trascorriamo facendo ciò che ci piace: lavoriamo per preparare la stagione fredda e ci divertiamo al tempo stesso. Aprire nell'incertezza e con questa situazione di pandemia non sarebbe la stessa cosa; dovremmo vigilare come dei gendarmi per far rispettare le regole “anti-covid”. Gestire la piccola stazione sciistica è una passione che abbiamo nel cuore, ma abbiamo a cuore anche la salute dei nostri ospiti. Tenere in funzione solo l’impianto di sci senza la presenza degli altri servizi richiederebbe, al Comitato, sforzi davvero insostenibili dal momento che risediamo fuori zona. In tempi normali, la gestione delle strutture è ben pianificata vista la possibilità di essere presenti 24/24 h sul terreno e di occuparci dei vari compiti durante le ore d'inattività della giornata, la sera o il mattino presto. Ho anch'io due figli piccoli e la notizia non ha fatto loro piacere ma la nostra scelta è da intendere per la salute di tutti» – conclude l'inossidabile presidente del sodalizio.
Lo Sci club ringrazia tutti i sostenitori e sponsor dell'aiuto e si impegna a riaprire la piccola stazione non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno.