Ticino

Le stazioni sciistiche ticinesi sono pronte ad aprire

Le misure decise da Berna sono state accolte positivamente. Ora si attendono eventuali decisioni da parte del Cantone

La maggior parte degli impianti dovrebbe aprire il 12 dicembre (archivio Ti-Press)
4 dicembre 2020
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Le stazioni sciistiche ticinesi hanno reagito positivamente alle misure comunicate oggi dal Consiglio federale. Ovviamente, erano già stati preparati dei piani di protezione che dovrebbero soddisfare quanto richiesto da Berna (in particolare distanza e obbligo della mascherina). La situazione di incertezza tuttavia persiste, visto che dovranno attendere le eventuali decisioni da parte del Cantone che dal 22 dicembre dovrà rilasciare un’autorizzazione per l’esercizio dei comprensori sciistici. «La strategia del Consiglio federale è chiara, ovvero di responsabilizzare al massimo i cantoni», sottolinea a ‘laRegione’ Mauro Pini, direttore degli impianti di Airolo-Pesciüm.

«La maggior parte delle decisioni le avevamo già preventivate e ora siamo pronti», afferma Pini. Il governo federale ha deciso di ridurre a due terzi la capacità massima delle cabine di risalita chiuse. Anche in questo caso si tratta di un riduzione che ad Airolo-Pesciüm avevano già previsto, oltre che alla «sanificazione delle cabine». Restano però da chiarire ancora alcuni dettagli con il Cantone. Ad esempio «se si dovrà garantire il tracciamento anche sugli impianti di risalita» oltre che nei ristoranti come prevedono le regole per il settore della gastronomia. In generale si potrà accedere al ristorante solo se vi è un tavolo libero. Diverse stazioni sciistiche si sono organizzate in questo senso con applicazioni per smartphone. Smartphone che dovrebbero anche essere utilizzati per acquistare le giornaliere e per il contact-tracing. 

Ad Airolo-Pesciüm l’intenzione è quella di aprire il 12 dicembre, come a Campo Blenio: «Faremo tutto il necessario per rispettare le disposizioni federali, in attesa di conoscere quelle che eventualmente il Cantone elaborerà», rileva il responsabile della stazione Denis Vanbianchi. Per la ristorazione «amplieremo l’offerta di tavoli all’aperto e meditiamo anche la messa a disposizione di pranzi al sacco a prezzi modici». La necessità di controllare il rispetto delle distanze, di gestire adeguatamente l’accesso ai tavoli per il pranzo e la loro disinfezione, nonché l’uso obbligatorio della mascherina nelle code e anche prendendo piattello e àncora, «ci obbliga a destinare parte del nostro personale a questo compito. Ma siamo pronti e ci sono le premesse per fare bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Milani, neo-presidente della Amici del Nara Sa che gestisce la stazione medio-bleniese: «Come da obiettivo si apre sabato 12. In autunno abbiamo predisposto tutto il necessario. Per il pranzo abbiamo esteso gli orari e possiamo accogliere al caldo complessivamente 300 persone sedute. Pure i due baretti all’aperto presentano superfici più ampie di prima per tavoli con posti a sedere». Anche al Nara è stata «assunta forza lavoro in più» per verificare il rispetto delle disposizioni anti-Covid «e la mattina apriremo alle 8.30 anziché alle 9».

«Ero pronto a sentirmi dire che dovevamo chiudere. Comunque, è andata bene: possiamo tenere aperto, ma abbiamo delle grosse responsabilità», dichiara da parte sua Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti turistici di Bosco Gurin. «Nel nostro piccolo, ci siamo già organizzati e operando anche nell'ambito della ristorazione applichiamo già piani di protezione». A Bosco, «abbiamo aperto gli impianti sabato scorso (28 novembre; ndr), ma solo per le passeggiate in quota e per una buona fondue. Se tutto va bene inaugureremo la stagione sugli sci sabato 12 e domenica 13 dicembre», anche se gli impianti saranno probabilmente attivi solo parzialmente. Qualora dovessero giungere tanti sciatori «saremo pronti ad accoglierli, separandoli e aprendo casse nuove, così da evitare assembramenti e permettere il mantenimento della distanza fisica», assicura Frapolli.

A Carì, invece, si prevede di aprire «il 19 dicembre», afferma Gabriele Gendotti, presidente della Nuova Carì Sagl che gestisce gli impianti di risalita. Anche in questo caso ci si è preparati il meglio possibile installando ad esempio pannelli di «plexiglas per dividere i tavoli dei ristoranti». A preoccupare, è più che altro l'evoluzione epidemiologica in Ticino. Se il Cantone «ci ordinasse di chiudere a fine dicembre, ciò ci metterebbe in gravi difficoltà perché abbiamo investito molte energie e molti soldi». Inoltre, sarebbe «importante offrire queste possibilità di svago per la popolazione in un momento difficile come questo». In ogni caso, e questo vale per tutti, la salute della popolazione dovrà avere la precedenza.