Mentre si attendono le decisioni di Berna, Moncucco ed Eoc scrivono a Bellinzona chiedendo una serie di misure. Alcune però già attuate
Quasi duecentosessanta, per la precisione 256, le persone risultate positive al coronavirus in Ticino tra sabato e oggi (dato aggiornato alle 10). Due le persone decedute, undici quelle che hanno dovuto essere ricoverate. Sessantacinque in totale i pazienti ospedalizzati a causa del Covid, di cui quattro in cure intense. Mentre si attendono per mercoledì le misure, nero su bianco, del Consiglio federale per arginare la diffusione dei contagi in Svizzera, spunta una lettera al governo ticinese. Autori della missiva, di cui ha puntualmente riferito l'edizione odierna del 'Caffè’, sono il direttore e il capo Area medica dell’Ente ospedaliero cantonale, rispettivamente Giorgio Pellanda e Paolo Ferrari, e i vertici della clinica luganese Moncucco, ovvero il direttore Christian Camponovo e il direttore sanitario Christian Garzoni, l’esperto in malattie infettive tornato, con la ripresa dei casi positivi, sotto i riflettori dei media, di alcuni media. Stando al domenicale, nella lettera si propongono una ventina di provvedimenti da attuare, auspicano i quattro, subito o immediatamente dopo le vacanze autunnali della prossima settimana. E ciò per scongiurare un secondo lockdown. Fra queste: stop allo sport amatoriale ma anche a cori, bande, club di lettura (sic), corsi di ginnastica. Da prendere in considerazione anche lo stop a mercatini, sagre e fiere. Ma pure alle funzioni religiose. Inoltre: obbligo di mascherina nei luoghi chiusi e in quelli all’aperto ad alto rischio.
Vengono però suggerite anche misure già attuate o apparentemente contraddittorie. Come quella di eventualmente prolungare di una settimana le vacanze di inizio novembre. Studenti a casa per altri sette giorni? Eppure ci è stato detto, finora almeno, che i contagi avvengono non a scuola, bensì (anche) in famiglia, dunque a casa. Nella lettera si chiede l’introduzione del lavoro a distanza. Beh, l’Amministrazione lo sta già facendo e anche nel privato non pochi uffici e ditte si sono nel frattempo organizzati o si stanno organizzando. Vietare le gite scolastiche, chiedono sempre gli autori della missiva al governo. Per la verità, la stragrande maggioranza delle direzioni degli istituti (per non dire tutte) ha già deciso di rinunciarvi. Introdurre le mascherine sui trasporti nel tragitto casa-scuola, sollecitano ancora i vertici di Moncucco ed Eoc. Beh, sui mezzi pubblici nel tragitto casa-scuola sono già obbligatorie da settimana scorsa. Non è finita: introduzione delle mascherine alle medie. Eppure, le autorità cantonali hanno detto e ripetuto che il contagio non avviene a scuola.
Nessuno vuole banalizzare la situazione, ci mancherebbe altro (del resto i numeri sono numeri), ma la citata lettera rischia di generare confusione e di alimentare nella popolazione disorientamento e di conseguenza panico.
Si registra intanto un nuovo caso di contagio fra i deputati al Gran Consiglio: si tratta di Paolo Ortelli (Plr) risultato positivo la scorsa settimana. Altri due parlamentari dello stesso partito, che avevano pranzato con Ortelli, sono finiti in quarantena. «Il piano pandemico ha funzionato: ha evitato un focolaio in Gran Consiglio - commenta, da noi contattato, il presidente Daniele Caverzasio -. Chiaramente, per il sottoscritto e per tutti gli altri deputati è più facile verificare il rispetto delle distanze, l’uso della mascherina e altre misure quando si è in aula. All’esterno della sala e del Palazzo valgono le raccomandazioni, poi evidentemente un caso come questo può capitare». A prescindere dal quale i vertici del Gran Consiglio non escludono, data l'evoluzione della pandemia, un ritorno alle sedute extra muros. «Domani sentirò il Medico cantonale per sapere se considera ancora sufficienti i provvedimenti adottati nell’aula parlamentare o se ritiene necessario un distanziamento maggiore fra i deputati - spiega Caverzasio -. Stiamo comunque già valutando alcune ubicazioni esterne, come il Mercato Coperto a Mendrisio, dove domani farò un sopralluogo, quello di Giubiasco e il Fevi a Locarno».