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Sms di Ermani a Pagani: la politica si interroga, l'Mps bombarda

Il Movimento chiede anche le dimissioni del Consiglio della magistratura. Gianella (Plr): ‘Tutta la vicenda dà una brutta immagine verso l'esterno’

Ti-Press
2 ottobre 2020
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«A quell'sms, che ho ricevuto una sera, non ho risposto - dice Andrea Pagani -. Era il periodo in cui la Commissione di esperti si stava occupando delle nuove candidature, una procedura, peraltro, nella quale io non ho come procuratore generale alcuna voce in capitolo. Ho collegato quel messaggio al fatto che da tempo insistevo con Ermani, in occasione di qualche telefonata o di qualche incontro di lavoro, ad avere rispetto dell'attività del Ministero pubblico e dei magistrati che lo compongono». Mittente di quell'sms, o meglio di quel messaggio su Whatsapp: il giudice Mauro Ermani. Destinatario: il procuratore generale Pagani. Che la 'Regione' ha raggiunto oggi dopo quanto rivelato dal portale 'tio.ch'. E cioè il messaggio, e relativo contenuto, inviato dal presidente del Tribunale penale cantonale (Tpc), Ermani appunto, al pg quando erano in corso audizioni e valutazioni in vista del rinnovo delle cariche al Ministero pubblico da parte del Gran Consiglio, con il Consiglio della magistratura chiamato a preavvisare le ricandidature dei procuratori uscenti e la Commissione di esperti indipendenti tenuta a preavvisare quelle nuove. Ebbene, fra i sette aspiranti procuratori c'è anche una vicecancelliera del Tpc. Scrive Ermani al procuratore generale: "Pare sia andata bene (l'audizione della donna davanti agli esperti, ndr.). Se lascia il Tribunale penale trattamela bene. Se no ricomincio a parlare male di voi”, ossia del Ministero pubblico.

Il pg Pagani: ‘Non ho risposto e comunque io quel messaggio non lo avrei scritto’

Le audizioni dei nuovi candidati si sono tenute verso fine agosto. «A parte che io le persone sono solito trattarle bene, il resto io non lo avrei scritto - osserva il pg Pagani alludendo alla seconda parte del messaggio di Ermani (“se no ricomincio a parlare male di voi”) -. E, ripeto, l'ho collegato alla mia richiesta a Ermani di avere più rispetto del lavoro del Ministero pubblico».  Non sono infatti rare le lavate di capo, durante i processi, del presidente del Tpc ai pp, quantomeno ad alcuni di loro, quando in aula penale sostengono l'accusa.  

Un nuovo capitolo, dunque, della tutt'altro che edificante vicenda, ancora tutta da chiarire, dei preavvisi negativi alla rielezione di cinque pp (un quarto dei magistrati della Procura) formulati dal Consiglio della magistratura (Cm). Una vicenda sulla quale dovrà fare piena luce, si spera, la commissione parlamentare 'Giustizia e diritti'. Per capire sulla base di quali elementi il Cm ha espresso pesanti giudizi nei confronti dei magistrati interessati, pur non essendo mai stati oggetto di richiami formali o ammonimenti. Magistrati ai quali ha inoltre negato di recente l'accesso agli atti. I cinque pp verranno prossimamente sentiti dalla 'Giustizia e diritti', la quale avrebbe nel frattempo chiesto al Consiglio della magistratura di trasmetterle gli incarti. Si tratta di capire fra l'altro il ruolo che Ermani ha avuto nella genesi di quei durissimi preavvisi. “Io il Grande Burattinaio? Ma figuriamoci, né grande né piccolo”, ha dichiarato Ermani a 'liberatv.ch': "Come tutte le autorità penali siamo stati chiamati dal Consiglio della magistratura a fornire elementi di valutazione sulla base dei dati relativi agli ultimi cinque anni, procuratore per procuratore, e a segnalare eventuali situazioni, o magistrati, che necessitassero un approfondimento da parte del Consiglio della magistratura. Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto". E a proposito del messaggio indirizzato al pg?  “Era chiaramente una battuta”, ha affermato il giudice al portale. Stando a nostre informazioni di messaggi ce ne sarebbe almeno un altro.  

Ivo Durisch (capogruppo Ps): ‘Se la commissione Giustizia lo riterrà, che venga sentito anche Ermani’

Intanto è polemica. “Il sistema giudiziario ticinese è arrivato al capolinea”, è il lapidario giudizio che dà il Movimento per il socialismo dell'affaire messaggio. In una nota stampa si legge come a questa sintesi l’Mps arrivi grazie “all’episodio oggi segnalato, unitamente a quello che da diversi giorni agita la Procura pubblica a seguito del pronunciamento del Consiglio della magistratura su cinque pp”. Data la situazione, la richiesta è che “i membri del Consiglio della magistratura rimettano il loro mandato, e che il Gran Consiglio inizi subito una discussione per una riforma della magistratura fondata su principi di autogoverno e su criteri di nomina di giudici e magistrati che permettano di superare le attuali interferenze partitiche”. Questo perché, scrive l’Mps, “appaiono ormai sempre più evidenti le responsabilità del governo, dei partiti che ne fanno parte e delle istanze direttive della magistratura: il tutto spinto in questa direzione da un sistema di organizzazione e governo della magistratura pesantemente condizionato dal potere politico”. Osserva il capogruppo del Ppd in Gran Consiglio Maurizio Agustoni: «È una valutazione che deve fare la Commissione giustizia e diritti, cui compete l’alta vigilanza sull’attività della magistratura». Mauro Ermani è di area socialista. Dice il capogruppo del Ps Ivo Durisch: «Bisogna fare chiarezza ed eventualmente, se la commissione lo riterrà, venga sentito anche Ermani». Alessandra Gianella, capogruppo Plr: «Tutta questa vicenda nel suo insieme sta dando un’immagine verso l’esterno non molto positiva e pone degli interrogativi. E non giova all’immagine delle istituzioni verso i cittadini. Nel merito, se ci sono cose su cui va fatta chiarezza tocca alla Commissione decidere come agire». Ma del o dei messaggi inviati da Ermani, cosa pensa il Consiglio della magistratura?

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