Matteo Quadranti a nome del Prl interpella il governo sull'indipendenza del Servizio ricorsi del Consiglio di Stato
"Le recenti affermazioni del Consigliere di Stato Norman Gobbi alla trasmissione Rsi Falò del 3 settembre 2020 hanno portato alla luce, da un lato, procedure quanto meno discutibili per quanto riguarda il rilascio di permessi di dimora e soggiorno sul piano cantonale e, dall’altro, un’ingerenza politica nei confronti del Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato". Così Matteo Quadranti che a nome del gruppo Plr in Gran Consiglio ha presentato un'interpellanza. "Da un punto di vista generale, riemerge con evidenza la cultura del sospetto che impregna il Dipartimento delle istituzioni, che promuove una politica dei permessi che va ben oltre la sacrosanta ed efficiente tutela dell’ordine pubblico", si legge nell'atto parlamentare. "Non di raro - si continua -, infatti, le procedure si dilatano e si complicano anche per stranieri che da anni lavorano sul nostro territorio o che sono cittadini di paesi esteri molto interessanti dal punto di vista professionale o fiscale". Ciò che preoccupa, inoltre, è un secondo aspetto molto delicato e "che concerne il rapporto tra poteri e funzioni dello Stato, nonché la fiducia nelle istituzioni". "Il cittadino si aspetta che il Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato - spesso impegnato con problematiche delicate - sia un’istanza completamente indipendente. Alla luce di quanto emerso dalle dichiarazioni del direttore del Dipartimento delle istituzioni, invece, questo Servizio avrebbe ricevuto indicazioni da parte del Governo sulle prassi da seguire in caso di ricorso nell’ambito del rilascio dei permessi, malgrado questa sia stata più volte severamente criticata dal Tram". "Inoltre, sempre il Consigliere di Stato Gobbi si premura di ripetere che le decisioni prese non sono “illegali”, quando invece il Tram annulla solo le decisioni contrarie alla legge (cfr. LPAmm). È quindi non solo inopportuno, ma anche errato, affermare che le decisioni annullate dal Tram non siano contrarie alla legge", si legge ancora nella motivazione dell'interpellanza del Plr.
Per questo motivo si chiede al Consiglio di Stato: