Ticino

Case anziani e coronavirus, l'Mps interroga il governo

Stando a tre deputati il medico cantonale 'latita', visto che sono state le case anziani stesse a proporre misure nel caso di un'eventuale seconda ondata

Tampone per tutti in casa anziani? (Ti-Press)
16 agosto 2020
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“Corrisponde al vero che le case anziani hanno allestito un documento sulle possibili misure preventive da adottare alfine di evitare una seconda strage di anziani?”. “Il Consiglio di Stato farà in modo che una delle indicazioni contenute nel documento, ossia sottoporre tutto il personale, a scadenza regolare, al test venga resa obbligatoria al più presto?”. Sono solo due delle domande sollevate dai granconisglieri dell'Mps Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori in un interpellanza trasmessa al governo ticinese. Stando ai deputati “ancora una volta il medico cantonale non fa il suo mestiere”.

L'atto parlamentare prende spunto da un articolo pubblicato oggi sul 'Caffé': secondo il domenicale, sul tavolo del medico cantonale Giorgio Merlani “dovrebbe già trovarsi” un documento che – fra altre misure volte a “non farsi trovare nuovamente impreparati in vista di una seconda ondata di Covid-19 – prevede un “tampone per tutti” (ospiti e personale) nel caso in cui emergano nuovi contagi nelle case anziani. Si tratta di un documento “frutto del lavoro di équipe tra Adicasi, l’associazione dei direttori delle case per anziani, alcuni medici, esperti, e anche dirigenti di istituti sanitari”. E questo “in attesa che dal Cantone arrivino indicazioni più precise o nuove misure di contenimento”.

Ciò sarebbe un segnale “che, ancora una volta, il dottor Merlani latita”, affermano nell'interpellanza i deputati dell'Mps, precisando che la richiesta di “sottoporre a tappeto al tampone tutti i collaboratori ed i residenti delle case anziani” era già stata avanzata dal Movimento per il socialismo “durante la prima ondata ma sempre ostacolata dal medico cantonale”.

Oltre alle domande già menzionate, i granconsiglieri chiedono all'esecutivo cantonale “per quale ragione non sono state le autorità cantonali, responsabili della salute pubblica, a farsi promotrici di un simile documento”. Al Consiglio di Stato domandano inoltre se il documento è effettivamente “già stato consegnato alle autorità cantonali” e se intende renderlo pubblico “quanto prima”. Infine, i granconsiglieri chiedono se l'obbligo del test a tappeto “verrà esteso anche al personale occupato nei servizio di aiuto domiciliare”.