Il comitato cantonale si dice soddisfatto per la riuscita della raccolta delle firme a sostegno del referendum sul quale si voterà a settembre
Il comitato giovanile ticinese contro l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento, costituitosi a inizio gennaio, esprime la propria soddisfazione per la riuscita della raccolta firme in favore del referendum: grazie alle oltre 90mila sottoscrizioni raccolte negli scorsi mesi, il popolo svizzero potrà essere chiamato ad esprimersi su questo tema estremamente importante per la pace e la neutralità del nostro paese.
“Il credito da 6 miliardi approvato dalle camere federali per acquistare dei nuovi aerei da combattimento, unito al costo complessivo stimato di circa 18 miliardi di franchi, risulta ancor più inaccettabile a fronte della pandemia che stiamo affrontando: le risorse dello Stato dovrebbero infatti essere indirizzate verso il rafforzamento del sistema sanitario, il sostegno ai disoccupati in forte aumento o la conversione ecologica dell’economia nazionale, e non verso l’acquisto di materiale bellico inutile e fortemente inquinante! Le priorità del Paese devono essere ora più che mai chiare ed esse non possono e non devono prevedere investimenti improduttivi e insensati come quello in discussione!”, si legge in una nota.
"La sicurezza della Svizzera non dipende dall’acquisto di questi nuovi aerei: quelli attualmente in dotazione sono infatti già sufficienti per i compiti di polizia aerea di cui necessita il nostro Paese, compiti per i quali i velivoli che ci si propone di acquistare sono nettamente sovradimensionati (l’equipaggiamento pesante di tipo offensivo di cui dispongono non è infatti affatto necessario per garantire la sicurezza del nostro spazio aereo!). Dietro a questo credito d’acquisto si nasconde dunque una volontà di riarmo dell’esercito svizzero che cozza con la neutralità del nostro Paese e con il suo impegno in favore della pace e del disarmo”, si commenta.
Per queste ragioni, il comitato giovanile contro l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento (composto dalla Gioventù comunista (Gc), Gioventù socialista (Giso), Giovani Verdi (GV), Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (Sisa) e dal movimento “Sciopero per il clima”) ribadisce la sua ferma opposizione al credito che verrà posto in votazione popolare a fine settembre e annuncia l’inizio di una campagna referendaria "che ci vedrà attive/i sul territorio e nell’opinione pubblica fin da oggi per contrastare questo scellerato e guerrafondaio acquisto!”