Ticino

GastroTicino vuole ulteriori allentamenti nella ristorazione

Massimo Suter auspica che il Consiglio federale faccio un passo indietro sulla regola dei due metri di distanza così come sul divieto di consumare in piedi

Nessun servizio perché non si possono rispettare i due metri (Ti-Press)
17 giugno 2020
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L'associazione di categoria di bar e ristoranti chiede al Consiglio federale di fare un ulteriore passo indietro per quanto riguarda le restrizioni in ambito di distanza e orari negli esercizi pubblici. «Speriamo che già venerdì (quando si terrà la prossima seduta del governo, ndr) si possa ricevere notizie in tal senso», afferma a 'laRegione' Massimo Suter, presidente di GastroTicino. 

Lo scorso 29 aprile il Consiglio federale aveva deciso, un po' a sorpresa, che dall'11 maggio bar e ristoranti avrebbero potuto riaprire i battenti, rispettando alcune condizioni:  tra le principali vi sono quelle di garantire una distanza tra i tavoli di almeno due metri, il divieto di consumare in piedi e chiudere a mezzanotte. Regole che sono «assolutamente» state rispettate: «Dai controlli effettuati dalla polizia sono scaturiti solo casi bagatella. E questo è un motivo di soddisfazione per GastroTicino», rileva Suter, ringraziando tutti gli esercenti per il lavoro svolto. Inoltre, il rispetto delle misure di igiene accresciute e delle distanze generano anche «un senso di sicurezza nel cliente che va al ristorante, facendolo sentire tutelato». 

Resta il fatto che, stando a segnalazioni da noi raccolte, alcuni piccoli esercizi pubblici non hanno riaperto perché le condizioni imposte (in particolare quella concernente la distanza) non permettevano loro di riprendere l'attività. Pur non essendo direttamente a conoscenza di casi simili, Suter non li esclude: «A causa degli spazi interni limitati e della regola di consumare seduti alcuni potrebbero aver valutato di non riaprire». E questo soprattutto a causa «della discriminate relativa ai due metri di distanza». Tuttavia, in generale, «la stragrande maggioranza» di bar e ristoranti ha ripreso l'attività, anche se con «una capacità ridotta rispetto a prima. Riduzione che in alcuni casi ha raggiunto la quota del 60%».

Ma vi è una differenza tra un piccolo esercente che non ha effettivamente potuto riaprire e uno che ha deciso di non riprendere l'attività, ritenendo che non ne valesse la pena? Per beneficiare degli aiuti da parte dello Stato, come le indennità per il lavoro ridotto, «bisogna essere in grado di dimostrare che la non-riapertura sia dovuta principalmente alla crisi del coronavirus» e alle conseguenti restrizioni imposte dalle autorità. I differenti casi vengono quindi «valutati dall'ente competente». Per far sì che non si arrivi a tanto, GastroTicino chiede innanzitutto all'esecutivo federale di allentare le norme relative alla distanza. «In diverse situazioni della nostra quotidianità (come sui mezzi pubblici) la distanza di due metri non è più richiesta», precisa Suter. «Mi chiedo quindi perché nella ristorazione bisogna ancora rispettare questa regola».

Nemmeno la chiusura a mezzanotte di tutti gli esercizi pubblici «non ha più ragione di esistere»: nei Paesi confinanti con la Svizzera, bar e ristoranti «hanno ricominciato a lavorare, chiudendo anche oltre la mezzanotte. Non capisco quindi perché il popolo svizzero, così come il turista che visita il nostro Paese, debbano essere discriminati in tal modo. Non capisco nemmeno perché non si possa consumare cibi e bevande in piedi al bancone o durante uno ‘standing dinner’, visto che durante manifestazioni private o fuori da un esercizio pubblico ciò succede quotidianamente». Il presidente di GastroTicino mira dunque a «ottenere una parità di trattamento per la ristorazione».

Rivendicazioni indirizzate al governo federale, con cui l'associazione di categoria è in costante contatto. Vi è però ancora incertezza sulla strada che intendono percorrere le autorità: «Notiamo comprensione da parte di alcuni consiglieri federali, mentre altri non vedono ancora la necessità di compiere questi passi», precisa Suter. Novità in questo senso potrebbero già emergere dalla prossima seduta del Cosnifglio federale in programma venerdì.