Le direttive del Decs invitano i consigli di classe a tenere conto della situazione particolare creatasi con il coronavirus
Per l’ultimo scorcio dell’anno scolastico anche le scuole post-obbligatorie hanno ripreso l’insegnamento in presenza. Ovviamente rispettando le norme igieniche imposte dalla lotta al coronavirus e - come deciso dal Consiglio federale - non per forza attuando rigorosamente la regola dei due metri di distanza che rimane comunque un consiglio da prendere in considerazione “laddove è possibile”. È un rientro, quello di questi giorni, che serve più che altro a prendere congedo dai propri docenti e dai compagni di classe prima delle vacanze scolastiche e che servirà anche a far decantare l’esperienza di quasi due mesi di lontananza dalle aule. A tanti ragazzi rimarrà comunque l’amaro in bocca per un anno che si è chiuso - per quanto riguarda le valutazioni - inaspettatamente alla fine di marzo. Chi contava di recuperare le insufficienze del primo semestre nel corso della seconda parte dell’anno si è trovato con una decisione quasi irreversibile. Per alcune delle famiglie che hanno un figlio che l’anno prossimo dovrà ripetere l’anno scolastico, si tratta di una ingiustizia. Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) già nel corso del lockdown e dell’insegnamento a distanza, soprattutto per quanto riguarda il medio superiore, ha emanato delle direttive e delle linee guida proprio per gestire l’ultima parte dell’anno scolastico. «Prima di ogni considerazione non va dimenticato che in questi mesi abbiamo affrontato, e stiamo ancora affrontando, un periodo decisamente eccezionale che ha modificato forzatamente non pochi parametri. Ovunque nella società e dunque anche a scuola. Detto questo, la valutazione finale terrà conto sì di quanto fatto nella prima parte dell’anno scolastico, fino alla chiusura delle scuole l’11 marzo, ma è stata data indicazione alle direzioni e ai docenti di prestare particolarmente attenzione ai ragazzi a rischio bocciatura», ci spiega Daniele Sartori, capo della Sezione dell’insegnamento medio superiore del Decs.
A chi era in ‘bilico’ quindi è stata data possibilità di fare delle verifiche ulteriori?
“C’è stata una modifica transitoria del regolamento delle scuole medie superiori che non conteggia la bocciatura di quest’anno nel prosieguo degli studi. In pratica è stato sospeso il limite di una sola ripetizione per i ragazzi del liceo e della scuola cantonale di commercio. Inoltre, se non ci sono i criteri, ma ci sono le condizioni che, in situazione normale, permetterebbero al consiglio di classe di decidere ugualmente di promuovere l’allievo, la promozione è data automaticamente. L’insegnamento a distanza doveva prevalentemente consolidare le conoscenze apprese. Era comunque possibile introdurre e sviluppare nuovi argomenti di studio che però non potevano essere oggetto di verifiche sommative”
Non vi aspettate quindi più bocciature nei licei e nelle altre scuole post obbligatorie rispetto al solito?
“No, è molto probabile che ci saranno meno bocciature rispetto alla media degli scorsi anni. In poche parole si sarà presumibilmente meno selettivi, proprio per tenere conto della particolare situazione vissuta durante il lockdown. L’anno prossimo sarà un’altra storia. Per quanto riguarda le verifiche ulteriori, i docenti potevano prevederle (e molti lo hanno fatto, ndr) per permettere agli allievi di fare test di valutazioni che non avevano potuto fare prima. Gli insegnanti, previo accordo con le direzioni, hanno potuto, a partire dal 18 maggio, convocare singoli ragazzi a scuola per fargli fare le verifiche necessarie a una corretta valutazione. Soprattutto, ripeto, nelle situazioni più delicate”.
È probabile però che i ricorsi contro le decisioni dei consigli di classe aumenteranno?
Nemmeno. Ogni anno sono poco più di una decina i ricorsi contro singole bocciature. Questi vengono presentati in prima istanza presso le direzioni degli istituti e poi eventualmente proseguono oltre il loro iter. Anche quest’anno non ci attendiamo più ricorsi del solito. Alcune sedi, anche negli anni scorsi, non hanno ricevuto nemmeno un ricorso”.