Ticino

Ristorni 2018, Roma sta accreditando i fondi

Cinquanta milioni di euro a 115 Comuni comaschi e varesini e a 6 comunità montane. Boccata d'ossigeno per le amministrazioni locali confrontate con il Covid-19

21 maggio 2020
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Cinquanta milioni di euro a 115 Comuni comaschi e varesini e a 6 Comunità Montane (4 in provincia di Como e due in quella di Varese) è la cifra dei ristorni dei frontalieri 2018 che in queste ore il Ministero italiano dell'economia sta accreditando sui conti correnti degli enti locali di frontiera con il Canton Ticino. A darne notizia sono i parlamentari del Partito democratico Chiara Braga (Como) e Alessandro Alfieri (Varese). ''La notizia positiva – precisano i deputati dem – è che per la prima volta i ristorni, derivanti dalle tasse pagate in Svizzera dai nostri lavoratori frontalieri, sono accreditati ai Comuni nel mese di maggio, mentre lo scorso anno arrivarono a fine luglio. Ci eravamo personalmente impegnati con i sindaci del territorio per far arrivare il prima possibile questi fondi''. Amministratori locali che - complice la pandemia di Covid-19 - hanno visto ridursi al lumicino le entrate fiscale dei rispettivi Comuni, per cui non sanno a quale santo votarsi per pagare stipendi e servizi. Insomma, i ristorni dei frontalieri pagati in questi giorni rappresentano una salutare boccata di ossigeno, anche perché potranno finanziare lavori pubblici, in grado di rilanciare l'occupazione che sempre a causa dell'emergenza coronavirus è in grande difficoltà anche nella fascia di confine. Una quota pari a 10 milioni di euro (84 milioni di franchi il totale deliberato dal Consiglio di Stato del Canton Ticino per il 2018, 80,5 milioni la somma versata, dopo la decisione di trattenere 3,8 milioni di franchi per i debiti di Campione d'Italia) destinata alle due amministrazioni provinciale sarà accredita per il tramite di Regione Lombardia. Infine, quasi 9 milioni di euro per i Comuni del Verbano-Cusio-Ossola. ''Portato a casa questo risultato – concludono i parlamentari – siamo ora al lavoro con le diplomazie europee per cercare di eliminare ogni resistenza sulla riapertura delle frontiere per il 3 giugno e per stoppare ogni possibilità di accordi bilaterali tra Paesi europei che possa escludere l’Italia e danneggiarla in vista della stagione estiva".