Covid-19 e negozi, l'associazione scrive al Consiglio di Stato: il modello ginevrino può rappresentare una base di discussione adeguata
"Pensiamo che il modello ginevrino possa rappresentare una base di discussione adeguata". Così Svit Ticino in una lettera indirizzata oggi al Consiglio di Stato, nella quale si dice "favorevole alla costituzione di un ambito di discussione in cui valutare passi concreti a salvaguardia dell’economia ticinese, nello specifico di un sostegno al costo delle pigioni per i piccoli commercianti toccati dalla crisi Covid-19". Il modello ginevrino prevede la rinuncia del proprietario dell'immobile, dove si trova in affitto il negozio, a metà del canone, con il Cantone che gli versa l'altra metà: ciò fino a un massimo di 3'500 franchi mensili e solo per piccoli negozi. La disponibilità della sezione ticinese dell'Associazione svizzera dell'economia immobiliare a trovare una soluzione anche in Ticino "è da intendersi per un ambito che sia deciso - nella forma e nella scelta dei nominativi delle associazioni che ne faranno parte - dal Consiglio di Stato quale istituzione che convoca e guida la discussione e le modalità di applicazione degli eventuali esiti". "I nostri soci si impegnano nell’individuare soluzioni pragmatiche e a soddisfazione delle parti coinvolte", aggiunge Svit Ticino, ricordando comunque che anche i proprietari "sono confrontati con impegni finanziari importanti, tema cui chiediamo di porre particolare attenzione".