Ticino

La crisi sanitaria e il mondo del lavoro

I deputati del Partito comunista Massimiliano Ay e Lea Ferrari interrogano il Consiglio di Stato

L'interrogazione riguarda tre settori (archivio Ti-Press)
15 aprile 2020
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Prendere in considerazione alcuni input a complemento della lotta del nostro Paese alla pandemia. È con questo obiettivo che i deputati del Partito comunista Massimiliano Ay e Lea Ferrari interrogano il Governo. Tre i ounti toccati: l'aiuto ai lavoratori indipendenti; il sostegno ad artisti e musicisti tramite la Rsi ed evitare le limitazioni alla formazione degli infermieri soprattutto a causa delle cliniche private.

“Da nostre informazioni - spiegano i due deputati - vari lavoratori affiliati presso la Cassa cantonale di compensazione Avs/Ai/Ipg come lavoratori indipendenti non possono accedere alle indennità Ipg poiché non rientrano nei parametri stabiliti dalla Confederazione”. Al Consiglio di Stato viene chiesto se può confermare che non tutti i lavoratori indipendenti hanno accesso alle indennità perdita di guadagno e se valuta l'introduzione di qualche forma di sostegno cantonale per queste figure professionali non tutelate dagli aiuti federali.

Una categoria di professionisti “non molto considerata in questo periodo” è quella degli attori, musicisti e operatori culturali “che hanno rinunciato alle loro performance per un periodo incerto di più di un mese potrebbero essere integrati nel palinsesto della RadioTelevisione pubblica”. Al CdS viene chiesto se può farsi carico di promuovere tale idea presso i vertici della Rsi.

Nonostante il “lavoro encomiabile” del personale sanitario, “è emerso in modo palese che il nostro Paese forma un numero di infermieri troppo basso rispetto al fabbisogno e questo lo rende dipendente dalle scelte di Stati terzi di precettare o meno i propri medici e infermieri che con dedizione lavorano nei nostri ospedali e istituti di cura”. Al Governo viene quindi chiesto di “intervenire anche sulle Cliniche private per evitare limitazioni all’entrata delle formazioni infermieristiche”.