Ticino

Coronavirus e Rabadan: è stato il Cantone a decidere

Il presidente del carnevale bellinzonese Flavio Petraglio, intervistato dal Caffè, ribadisce: "Se ci fosse stato chiesto di intervenire, l’avremmo fatto"

29 marzo 2020
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Il Rabadan "è stato potenzialmente uno degli acceleratori della diffusione del coronavirus in Ticino”. A dirlo il presidente del comitato del carnevale bellinzonese Flavio Petraglio in un'intervista al Caffè. Tuttavia "già tra la domenica del corteo e il lunedì abbiamo chiesto al Cantone. Viste le notizie preoccupanti che arrivavano dall’Italia, eravamo pronti a introdurre delle misure particolari o persino a fermarci anzitempo. Se ci fosse stato chiesto di intervenire, l’avremmo fatto". Ma il Cantone non l'ha fatto: nonostante in Italia fossero già in vigore severe misure per contrastare la diffusione del virus, le autorità cantonali hanno dato in due occasioni il via libera. "Sarebbe stato difficile annullare il Raba- dan, contro il parere del Cantone, in un momento in cui in Ticino la vita scorreva ancora normalmente" la conclusione di Petraglio.

Certo non è sicuro che l'alto numero di contagi sia legato al Rabadan. "In quel periodo migliaia di ticinesi si sono recati in vacanza in Italia nelle zone colpite dal virus. Altre migliaia sono andate in Italia anche solo per fare la spesa" ha osservato, nella stessa intervista, il sindaco di Bellinzona Mario Branda. Rimane il fatto che, come osservato dal Caffè, i primi test positivi al nuovo coronavirus risalgono al 1º marzo, esattamente una settimana dopo il corteo del Rabadan.

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