Ticino

Coronavirus, altre strutture sanitarie per la 'terza fase'

Coinvolte per il post acuto la clinica Santa Chiara, l'ospedale di Faido e quello Malcantonese a Castelrotto. Soldati (Santa Chiara): 'Presa a carico in sicurezza'

Alla Clinica Santa Chiara a Locarno saranno creati 50-60 posti letto (Ti-Press)
26 marzo 2020
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1401 contagi e 7 nuovi decessi per un totale di 67 morti. È questo l'aggiornamento comunicato oggi dallo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (Smcc) sulla situazione del coronavirus in Ticino. Tentuto conto di questa evoluzione, il Dipartimento della sanità in accordo con l’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) avrebbe deciso di creare nel percorso di presa a carico e di cura dei pazienti colpiti da coronavirus una “terza fase”, per così dire, di ospedalizzazione. A tale scopo, avendo necessità di alleggerire i reparti dei due ospedali Covid del cantone - La carità di Locarno e la clinica Luganese Moncucco - si è pensato di coinvolgere sia la clinica Santa Chiara di Locarno sia l’ospedale di Faido e l’ospedale Malcantonese a Castelrotto. La notizia è stata anticipata dal 'Caffè'. A questi si aggiungono inoltre gran parte dei reparti dell’ospedale Italiano di Lugano. Alla Santa Chiara saranno creati 50-60 posti letto, a Faido e a Castelrotto altrettanti. L’Italiano dovrebbe arrivare a questo punto a un’ottantina di posti.

La scelta mira ad alleggerire gradualmente il carico della Carità e della Moncucco. La Santa Chiara, l’ospedale di Faido, la struttura sanitaria di Castelrotto e l’Italiano dovrebbero dunque svolgere un ruolo di istituti post-acuto. La prima fase, in questa emergenza sanitaria, è rappresentata dal ricovero nelle cure intensive dei reparti della Carità e della Moncucco; la seconda fase è l’ospedalizzazione in uno dei reparti acuti, quindi Covid, creati sempre alla Carità e in clinica a Lugano. Mentre la terza, appunto, quella che si sta rifinendo in queste ore, riguarda il ricovero post acuto nelle strutture menzionate: Santa Chiara, Faido, Castelrotto e Italiano. Strutture che serviranno anche per l’ospedalizzazione di chi pur non avendo necessità di entrare in un reparto acuto sarebbe meglio non restasse a casa. 

La reazione

'Alla Clinica Santa Chiara è garantita la sicurezza di tutti i pazienti'

“La Clinica Santa Chiara - tiene a precisare la sua direttrice, la dottoressa Daniela Soldati - ha accettato di assumere casi Covid-19 non eleggibili  per le cure intense, proprio perché grazie a una ventilazione per singolo piano e grazie alla possibilità di attribuire al reparto Covid personale dedicato,  che non potrà spostarsi all’interno della clinica se non in un percorso che non consente alcuna contaminazione verso altri reparti, la nostra struttura può garantire a tutti gli altri pazienti - e in particolare alle mamme e ai neonati -  una assoluta sicurezza”.

Dal profilo architettonico, aggiunge Soldati, “stiamo isolando tutte le porte degli ascensori destinati ai reparti Covid e, viceversa, nel reparto Covid stiamo isolando tutte le porte degli ascensori destinati ai reparti non Covid”. Il reparto Covid è all’ultimo piano della Santa Chiara: “I primi pazienti saranno ammessi lunedì prossimo, solo dopo l’avvenuta ‘blindatura’ del reparto”.

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