Lo sfogo di Florinda Pedroni, dell'omonimo gruppo con 16 punti vendita in Ticino. 'Mascherine e disinfettanti: quanto sciacallaggio!'
Sabato le impiegate di una farmacia del gruppo Pedroni a Castione hanno assistito all'inverosimile: due persone che passavano alle mani per la priorità d'accesso in farmacia. Altre colleghe hanno sperimentato lamentele, scatti d'ira, urli e strepiti da parte di persone evidentemente "tirate" al limite dalla tensione legata al coronavirus. «Alcuni - dice Florinda Pedroni - arrivano a chiederci la scorta di medicine per un anno. Richiesta alla quale per evidenti motivi non possiamo dar seguito».
L'emergenza sanitaria sta insomma facendo emergere situazioni che era difficile anche soltanto immaginare. Più facile, forse, poteva essere prevedere che qualcuno su questa situazione cercasse di lucrare. Ed è proprio a simili situazioni di sciacallaggio che Florinda ha fatto riferimento in un suo recente post su Facebook. Nel post ha spiegato che la mancanza di scorte di alcuni generi sanitari specifici di prima necessità contingente (mascherine e disinfettanti) ha creato un "mercato grigio" cavalcato da ceffi che pensano soltanto a lucrare.
"A pazienti malati gravemente e immunosoppressi abbiamo consegnato le nostre mascherine di riserva. Nessuno ce ne fornisce di nuove perché le autorità non ci considerano a rischio. Il risultato è che devo rifornirmi su un mercato di sciacalli. Le mascherine che abbiamo ceduto a 80 centesimi le ritroviamo a 15 franchi su un mercato chiamiamolo 'grigio'". Stesso discorso per i disinfettanti, proposti, alle farmacie che ne fanno richiesta, a prezzi impossibili". Inevitabile quindi che gli stessi prezzi finiscano per aumentare anche per i consumatori privati. "Non stiamo speculando in nessun modo su questi articoli", sottolinea Pedroni nel post; e lo fa a nome di un gruppo che conta 16 farmacie ed è radicato nel territorio ticinese.
Un altro grosso problema è quello legato alla frequenza e all'utilità delle visite in farmacia. Dice Florinda alla "Regione": «Diverse persone anziane passano e ripassano in continuazione informandosi sulla disponibilità di mascherine. Non sappiamo più come far capire loro che uscire di casa rappresenta un rischio. Per la sicurezza di tutti e per la loro in primo luogo. Bisogna stare a casa. Noi non vogliamo respingere nessuno né, ripeto, intendiamo speculare in alcun modo su quanto sta succedendo. Ma è necessario che vi sia una maggiore consapevolezza da parte di tutti».