Ticino

Il sacco per le plastiche domestiche piace ai comuni

In luglio il Dt ha consigliato di attendere i risultati del progetto pilota di Bellinzona. Ma dove va a finire la plastica che gettiamo?

Il Sammelsack è l'alternativa all'inceneritore (Ti-Press)
11 febbraio 2020
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Cosa succede alla plastica che gettiamo? Dipende dal sacco in cui scegliamo di introdurla. A Bellinzona, da un anno è presente un sacco a pagamento per la raccolta delle plastiche domestiche (Sammelsack). Anche altri Comuni l’hanno introdotto, nonostante una circolare inviata a luglio dal Dipartimento del territorio (Dt) che ne sconsigliava l’utilizzo prima dell’arrivo dei risultati dello studio ambientale sul progetto pilota di Bellinzona. Rapporto che, dice il municipale di Bellinzona Christian Paglia, «verrà presentato nelle prossime settimane». Secondo Alessandro Lucchini, coordinatore di Okkio (Osservatorio della gestione ecosostenibile dei rifiuti), sconsigliare il Sammelsack non è giustificato: «Il Dt e l’Ufam (Ufficio federale dell’ambiente) si basano sullo studio ‘KuRVe’ della Confederazione, ma non considerano altre ricerche, come quella dell’Iwsb (Istituto degli studi economici di Basilea), che mostra l’efficienza economica della raccolta delle plastiche miste».

Il viaggio del Sammelsack

Una volta ritirati, i sacchi per la raccolta di plastiche domestiche vengono portati dai partner logistici, come ad esempio la Rs Recupero materiali. Il loro compito è quello di ricompattarli. In seguito la plastica viene portata ad Eschlikon (Tg) per poi proseguire il suo percorso all’impianto di separazione di Lustenau, in Austria. Dopo la divisione per tipologia, tutta la plastica svizzera, compresa la parte di scarto, torna all’impianto di Eschlikon. Lì inizia la fase di triturazione, lavaggio ed estrusione, fino ad ottenere del rigranulato, che verrà utilizzato per produrre nuovi oggetti.

Ma per quale motivo utilizzare il Sammelsack, che nel caso di Bellinzona costa come quello dei rifiuti solidi urbani? «La plastica gettata insieme agli altri rifiuti finisce nell’inceneritore, mentre quella contenuta nel Sammelsack viene riciclata per una quota che varia dal 60 al 70 per cento», dice Manuel Bonzanigo della Rs Recupero materiali, «inoltre si tratta di un’offerta complementare. Tutto il Pet che viene inserito nel Sammelsack torna nella sua filiera dopo la separazione». E aggiunge, «le persone possono comunque continuare a consegnare i loro flaconi in polietilene (Pe) e le bottiglie in Pet all’esterno dei supermercati, ma per tutte le altre tipologie il Sammelsack evita che finiscano nell’inceneritore».

In merito agli impianti di riciclaggio della plastica, il consigliere di Stato Claudio Zali ha svelato, mercoledì scorso, l’idea di crearne uno in Ticino. Al riguardo Bonzanigo si dice scettico: «Immagino verranno fatti degli studi di fattibilità, ma per essere efficace un impianto di riciclaggio deve lavorare almeno 20mila tonnellate di plastica di un solo tipo all’anno. Numeri che in Ticino non sono ipotizzabili».

Cosa va nel Sammelsack?

Il sacco per la raccolta di plastiche domestiche è presente come progetto pilota a Bellinzona, ma altri Comuni ticinesi hanno cominciato ad utilizzarlo. All’interno vi si possono mettere tutti gli imballaggi per alimenti in plastica, film di tutti i tipi, le varie bottiglie di plastica (da quelle dell’olio ai flaconi dei detersivi), come pure imballaggi di materiali composti (ad esempio quelli per le patatine o i contenitori dei succhi). Inoltre è possibile inserire vasi da fiori, bacinelle e altri tipi di plastiche, come pure tutti gli imballaggi che hanno la dicitura Pet.

Secondo le direttive della InnoRecycling, è consigliabile separare i vari tipi di plastica che compongono una sola confezione, ad esempio staccando completamente il film protettivo dalle vaschette degli affettati, come pure evitare di inserire altra plastica nei vasetti. Questo per fare in modo che la macchina smistatrice possa identificare bene entrambi i materiali separatamente. Stessa cosa vale per i vasetti dello yogurt, dai quali andrebbero tolti il coperchio e l’eventuale involucro di cartone.

Manuel Bonzanigo, della Rs Recupero materiali, ricorda anche l’importanza di sciacquare i contenitori in modo tale che la macchina che separa i vari tipi di plastica riconosca il materiale, che altrimenti potrebbe essere classificato come ‘inquinamento organico’ e venire scartato.

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