Iniziativa parlamentare del Plr per potenziare ulteriormente l’ufficio: ‘Carico di lavoro preoccupante’. Galusero: sì al procuratore in più, ma non basta
Ministero pubblico, i liberali radicali sollecitano rinforzi, ulteriori rinforzi: l’attribuzione all’ufficio giudiziario di quattro sostituti procuratori. Li chiedono con un’iniziativa parlamentare inoltrata da Giorgio Galusero per il gruppo in Gran Consiglio. Scrive il deputato, richiamando la riforma annunciata anni fa dal Dipartimento istituzioni, ma sino ad oggi irrealizzata: “Considerato come il tanto atteso progetto ‘Giustizia 2018’ non abbia mai visto la luce”, i deputati del Plr ritengono “necessario che il potenziamento vada oltre l’aumento di un procuratore pubblico prospettato dal Consiglio di Stato” (il relativo messaggio è stato varato in settembre ed è all’esame della commissione parlamentare Giustizia e diritti). E questo perché “il carico di lavoro” in Procura “è molto preoccupante”.
L’iniziativa è nella forma elaborata: indica gli articoli della Legge sull’organizzazione giudiziaria che andrebbero ritoccati e come andrebbero modificati. Galusero e colleghi suggeriscono dunque di assegnare al Ministero pubblico quattro sostituti procuratori pubblici. Nominati dal Gran Consiglio “per un periodo di dieci anni”, essi “devono avere i requisiti per essere pp”. L’organico dei magistrati del Ministero pubblico sarebbe così composto di un procuratore generale, di ventuno procuratori pubblici (tenuto conto del procuratore ordinario in più proposto dal governo) e di quattro sostituti pp. I quali “coadiuvano i procuratori pubblici ed esercitano l’azione penale nelle contravvenzioni, nei delitti e nei crimini”. I sostituti “possono emanare decreti di non luogo a procedere, di sospensione e d’abbandono; possono emettere decreti d’accusa, promuovere l’accusa dinanzi alla Pretura penale e alla Corte delle assise correzionali”. Se nel corso delle indagini “emerge che un reato, affidato per competenza a un sostituto procuratore pubblico, riveste una gravità tale da far apparire adeguata la promozione dell’accusa dinanzi alla Corte delle assise criminali, il procedimento è continuato da un procuratore pubblico; gli atti compiuti dal sostituto pp conservano nondimeno la loro validità”. Il procuratore generale e i due sostituti pg “possono modificare, anche in corso di procedura, l’attribuzione degli incarti ai sostituti procuratori pubblici”.
Il Plr giustifica la propria proposta di potenziamento guardando alla situazione odierna, ma anche al futuro. “Dal 2003 – si ricorda nell’atto parlamentare – il numero dei magistrati è fissato per legge a ventuno”, procuratore generale compreso. Nel 2011 l’entrata in vigore della procedura penale unificata sul piano federale “ha determinato numerose modifiche formali”, le quali “hanno appesantito tutte le fasi del procedimento, in particolare il momento dell’arresto”. Da un confronto intercantonale, in Ticino “il numero di incarti per pp supera abbondantemente i 500 all’anno”: siamo “in testa a questa speciale classifica”. A Zurigo per esempio “ai 194 magistrati sono attribuiti in media circa 150 incarti”, nei Grigioni “350”. In quest’ultimo cantone, i pp “sono 22 e due saranno nominati prossimamente”: oltretutto “il Grigioni non ha certo una piazza finanziaria paragonabile alla nostra”. Al Ministero pubblico ticinese vengono aperti in media ogni anno “circa 12mila” procedimenti. Senza dimenticare il “turnover di magistrati”, soprattutto nella sezione della Procura dedita al perseguimento dei reati finanziari. E “ogni partenza lascia” in eredità “incarti complessi inevasi”. Il domani? Tutt’altro che roseo. Il Plr fa alcuni esempi. “Presso l’Istituto delle assicurazioni sociali è stata modificata l’attuale prassi che prevedeva la semplice restituzione del maltolto: si passerà alla denuncia formale e quindi saranno diverse centinaia ogni anno le segnalazioni al Ministero pubblico – annota il Plr –. Fra qualche mese entrerà in vigore la revisione del Codice di procedura penale che prevede l’obbligo per i pp di avviare un’istruttoria civile, in presenza di una vittima, mentre oggi il tutto viene rimandato al foro civile. Inoltre per i decreti d’accusa con una vittima e con una pena superiore a quattro mesi potrebbe scattare l’obbligo dell’interrogatorio da parte del procuratore”. Le conseguenze di questa situazione “sono il ritardo che si accumula e l’insoddisfazione delle parti e dei patrocinatori”. Ma anche “i mancati introiti per lo Stato: gli averi patrimoniali restano sequestrati per anni e, oltre al fatto che si restituisce il maltolto alla parte lesa con grave ritardo, le banche per i patrimoni ingenti chiedono gli interessi negativi”.
La giustizia ticinese «non dispone oggi di sufficienti risorse, in particolare il Ministero pubblico», dice, interpellato dalla ‘Regione’, Giorgio Galusero, che è pure membro della ‘Giustizia e diritti’. «E lo si è capito benissimo nell’audizione in commissione del procuratore generale Pagani. Come Plr, siamo d’accordo con il prospettato aumento di un procuratore pubblico ordinario. Ma non basta. Di qui la nostra proposta di aggiungere alla squadra di magistrati inquirenti quattro sostituti pp. Si tratta di un investimento a favore della giustizia».