Stando al quotidiano italiano 'Libero', sarebbe questo il motivo per cui la Segreteria di Stato della migrazione gli ha negato la richiesta di cittadinanza
C'è il possibile coinvolgimento in attività di terrorismo islamico all'origine del 'no' pronunciato dal Segreteria di Stato delle migrazione (Sem) in merito alla domanda di cittadinanza svizzera da parte dell'imam di Viganello. Secondo quanto riportato lo scorso 31 ottobre dal quotidiano italiano 'Libero' e nell'edizione odierna del Mattino, il 14 settembre 2018 la Sem avrebbe infatti risposto picche alla richiesta dell'imam in quanto “sono emersi indizi concreti che dimostrano un presumibile coinvolgimento nell'ambito del terrorismo islamico“.
Nello specifico – si legge sulle colonne del domenicale, entrato in possesso della decisione scritta della Sem – “risulta che alcuni membri della Lega dei musulmani in Ticino, così come alcuni visitatori della moschea di Viganello, si sarebbero radicalizzati divenendo componenti della Jihad“. Le Sem ritiene inoltre che l'imam di Viganello costituisca “una compromissione duratura della sicurezza del Paese, in particolare a fronte della sua funzione di guida spirituale", e che “intrattenga relazioni, sia in Svizzera che all'estero, con persone in fase di radicalizzazione, già radicalizzate o che sono diventate combattenti della Jihad“.
Ricevuta la risposta negativa, secondo 'Libero' l'imam avrebbe quindi sporto una denuncia penale presso il Ministero pubblico della Confederazione nei confronti di ignoti funzionari della Sem e del Servizio delle attività informative della Confederazione per diffamazione, calunnia, ingiuria ed abuso di autorità. Una denuncia, scrive ancora 'Libero', rispedita tuttavia al mittente. Jelassi ha quindi impugnatp la decisione presso la Corte dei reclami penali, che ha confermato la decisione di non luogo a procedere.
Una situazione che ha subito fatto scattare un'interrogazione al Municipio di Lugano. Di seguito le domande formulate dal consigliere comunale per la Lega Rodolfo Pulino, in cui chiede maggiori lumi sulla domanda di naturalizzazione dell’imam e sui finanziamenti ricevuti dalla moschea.
L'avvocato Paolo Bernasconi, patrocinatore dell'uomo, ha indetto un incontro con la stampa fissato per oggi pomeriggio alle 15.