Ticino

Frontalieri, si rischia la disdetta dell'accordo

Incontro a Milano fra una delegazione ticinese e la Commissione speciale per i rapporti tra Lombardia e Svizzera

Ti-press
2 ottobre 2019
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Il punto dolente è sempre lo stesso e seppur con garbo è stato ribadito anche ieri da Claudio Franscella, presidente del Gran Consiglio nel corso dell'incontro istituzionale fra una delegazione ticinese comprendente i due vice presidenti Daniele Caversazio e Nicola Pini, e la Commissione speciale per i rapporti tra Lombardia, Istituzioni europee, Confederazione Svizzera e Province autonome. E il punto dolente la ricercato dal mancato accordo italo-svizzero sul nuovo sistema fiscale dei frontalieri che parafato nel dicembre 2015, giace nei cassetti dei palazzi romani della politiche. Soprattutto dal governo giallo-verde di approvarlo non ne ha mai voluto sapere. Trecentomila voti, quanti sono quelli legati al frontalierato spiegano i motivi del niet. Nel suo intervento Claudio Franscella ha fatto sapere che se non si arriva al dunque, esiste, da parte svizzera, un piano B: sul tavolo delle istituzioni ticinesi giacciono una petizione, firmata da oltre 10 mila cittadini, per chiedere la disdetta unilaterale dell'accordo del 1974. L'assordante silenzio da parte italiana, è stato fatto presente nel corso dell'incontro, la Svizzera sarebbe pronta a chiedere una compensazione finanziaria di 12 milioni di franchi per ogni anno perso da quando l'accordo è stato parafato. Dodici milioni di franchhi è la quota annuale che il Canton Ticino incasserebbe in più.

Sull'argomento si è espresso il consigliere regionale comasco Angelo Orsenigo (Pd): ''I nostri 65 mila frontalieri vengono prima di tutto, in quanto rappresentano una importante risorsa non solo per i nostri territori di confine, ma anche per il Canton Ticino, come ha correttamente riconosciuto il presidente Franscella, Davanti alla intenzione di disdire in modo unilaterale l'accordo del 1974 non possiamo stare a guardare. Occorre un impegno di tutti per spingere le autorità di Roma a riprendere in mano la questione''. Ampio il ventaglio dei temi affrontati in un botta e risposta fra le parti considerato da tutti molto costruttivo. Insomma, è emersa una volontà a collaborare. Soddisfazione generale per i risultati fin qui acquisiti sul versante del Programma comunitario Interreg. Convinzione di tutti i partecipanti all'incontro milanese sulle opportunità e sulle prospettive di Regio Insubrica (era presente il delegato Francesco Quattrini) legate  alle Olimpiadi invernali del 2016 che si terranno in Lombardia (Milano e Valtellina) e in Veneto. Si è parlato anche della situazione al Comune di Campione d'Italia: il mancato pagamento di debiti a creditori ticinesi (pubblici e privati) ha spinto il Consiglio di Stato a bloccare una parte di ristorni dei frontalieri. Infine, nella discussione ha trovato spazio il tema del sequestro di mezzi aziendali, targati Ticino e guidato, in Italia, da frontalieri.