Il Ceo delle Ffs Andreas Meyer sulle prospettive di mobilità in Svizzera dopo l'apertura del tunnel ferroviario l'anno prossimo. Stamane l'incontro col governo
In un clima «positivo e costruttivo», di «grande entusiasmo» per i vari progetti in cantiere, si è tenuto oggi a Bellinzona il tradizionale incontro tra il Consiglio di Stato e la direzione delle Ferrovie federali svizzere (Ffs). «Un clima molto cambiato rispetto all’anno scorso» ha affermato Andreas Meyer, Ceo delle Ffs. Già, perché dodici mesi fa Meyer, nel suo giro estivo in Ticino, aveva portato un messaggio piuttosto duro: l’ultimatum per la questione nuove Officine. «Se non si fosse raggiunto l’accordo saremmo stati davvero costretti a trovare delle alternative – si è spiegato il Ceo –. Ed è per questo che oggi sono qui a ringraziare il popolo ticinese per il sostegno ricevuto». Per il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta la buona collaborazione tra Cantone e le Ffs è fondamentale «visto che come Cantone abbiamo seminato molto in questo ambito per cercare di stare al passo del mondo della mobilità, che evolve così rapidamente». Dopo l’apertura della galleria di base del San Gottardo, il prossimo obiettivo è l’inaugurazione di quella del Monte Ceneri, attesa per dicembre dell’anno prossimo. Apertura che «segnerà un momento storico per il Ticino – ha osservato Vitta –. Stiamo dando forma a un’infrastruttura chiave per lo sviluppo del cantone, una base che rimarrà nel tempo».
Ma la proclamata “rivoluzione” della mobilità attesa per dicembre 2020 porta con sé certe discussioni inevitabili, come quella scaturita in questi giorni sull’aeroporto di Agno e il collegamento aereo Lugano-Zurigo. «È chiaro che dopo l’apertura della galleria del Ceneri l’aereo non sarà più competitivo» ha ribadito Meyer, in sintonia con le dichiarazioni espresse l’ultimo fine settimana dal presidente della direzione di Swiss Thomas Klühr. E il Cantone cosa ne pensa? «Non abbiamo discusso oggi su questo tema – ha detto Vitta, un po' spiazzato dalle parole di Meyer –. Ma è chiaro che per la città di Lugano questo è un punto delicato: con le due gallerie in funzione (Gottardo e Ceneri, ndr) il treno diventa una soluzione molto pratica. Forse si dovrà ragionare sulla linea Lugano-Ginevra che oggi non c’è». Un collegamento diretto dal Ticino fino a Kloten? «Abbiamo cominciato ad analizzarlo – ha risposto Meyer –, ma non è così facile da impostare».
«Vogliamo dare un futuro ai lavoratori delle Offcine di Bellinzona» ha assicurato Meyer. Il compromesso delle Ffs, ribadito oggi dal Ceo, è la conservazione dei posti di lavoro di tutti i collaboratori (occupati nelle Officine di Bellinzona e negli impianti di manutenzione di Biasca e Bellinzona-impianto di servizio) che oggi hanno un contratto a tempo indeterminato, dopo l’edificazione del nuovo stabilimento industriale.
«La puntualità è chiave per la qualità di vità della popolazione» ha riconosciuto Meyer, consapevole degli attuali disagi dovuti ai vari cantieri. «Stiamo facendo i massimi sforzi e vogliamo aumentare la velocità di questi progetti per dare maggiore competitività alla Svizzera, con il suo sistema ferroviario come elemento centrale nel futuro della mobilità». Una mobilità che riguarda non soltanto il nostro Paese ma anche i rapporti con l’Italia. «Vogliamo che il momento dell’apertura della galleria del Ceneri sia un’occassione di condivisione con i nostri vicini» ha osservato Vitta. Sono previsti miglioramenti nei collegamenti verso sud dal 2020? Le rassicurazioni sono arrivate da Meyer, in partenza verso Arth-Goldau per il giro pomeridiano di presentazione del nuovo treno Giruno: «L’orario 2021 è una delle priorità della lista dei servizi che stiamo discutendo con i nostri colleghi italiani».