I correttivi proposti da Unia al progetto di nuova legge. Il sindacato chiede anche un aumento dei minimi delle multe per chi contravviene agli obblighi
Nella lista dei requisiti di cui un’impresa è tenuta a essere in possesso per poter ottenere dal Cantone l’autorizzazione a operare come agenzia privata di sicurezza, ne andrebbe inserito uno secondo il quale la ditta non deve avere “debiti pregressi” con le assicurazioni sociali e il fisco. Stesso discorso per la persona che ambisce a dirigere l’agenzia e che per questo necessita del nullaosta dell’autorità. È quanto auspica Unia prendendo posizione sulla nuova legge cantonale volta a disciplinare le attività private di sorveglianza e di investigazione (‘Legge sulle prestazioni private di sicurezza’, Lpps), il cui progetto è stato posto in consultazione dal Dipartimento istituzioni in maggio e sino a fine luglio. Il sindacato – sua la denuncia che nel 2017 aveva fatto emergere il caso Argo 1, dal nome dell’agenzia incaricata dal Dipartimento sanità e socialità, senza tuttavia risoluzione governativa, di vigilare sui centri per richiedenti l’asilo – esprime in generale “soddisfazione per il lavoro svolto dal Dipartimento” sin qui nel riformare la normativa vigente, la Lapis: alcune modifiche proposte al testo del 1976 sono “positive”, altre invece da ritoccare.
I principali correttivi suggeriti da Unia riguardano il regime autorizzativo contemplato dalla riforma. Quattro i tipi di autorizzazione previsti, come indica la bozza di messaggio (governativo) allestita dal Dipartimento: per l’esercizio dell’agenzia di sicurezza o di investigazione, per dirigere l’impresa, per gli agenti alle dipendenze della ditta e per coloro che desiderano lavorare nel settore come indipendenti. Il Cantone rilascia le autorizzazioni ovviamente a determinate condizioni, elencate nel progetto di legge. Come quelle cui un’agenzia – oggi in Ticino un centinaio, stando al Dipartimento – deve sottostare per poter essere autorizzata a esercitare. Il sindacato propone di aggiungere il requisito dell’assenza di “debiti pregressi con assicurazioni sociali (Avs) e Ufficio imposte” e ciò “almeno nei tre anni precedenti la domanda” di autorizzazione. Nessuna pendenza anche per la persona che intende dirigere una ditta di sicurezza. Non deve essere stata alla testa di aziende che sono fallite “lasciando debiti pregressi con ex dipendenti o con le autorità competenti (Avs, Ufficio imposte)”: è l’ulteriore requisito suggerito da Unia per gli aspiranti responsabili di agenzie. «Vorremmo evitare quei fallimenti pilotati, spesso fraudolenti, con cui sedicenti imprenditori alla guida di ditte claudicanti tornano sul mercato con nuove forme societarie», spiega alla ‘Regione’ Giangiorgio Gargantini di Unia. Parere “negativo” del sindacato al regime autorizzativo anche per l’agente. «L’autorizzazione – osserva Gargantini – gli consentirebbe di lavorare nel contempo per più società. Il che farebbe però venire meno un certo legame tra agente e ditta. La quale potrebbe, temiamo, scaricare sul dipendente eventuali responsabilità civili o penali».
C'è di più. Il sindacato ritiene che vadano “sensibilmente aumentati” gli importi “minimi” delle multe per chi contravviene agli obblighi stabiliti dalla legge, la Lpps. E questo affinché le sanzioni siano dissuasive.