Il Consigliere nazionale Plr in merito alla sua decisione di mettersi a disposizione del partito per l’elezione del Consiglio degli Stati il prossimo 20 ottobre
Giovanni Merlini, candidatura ‘secca’ al Consiglio degli Stati. Se non verrà eletto, addio Consiglio nazionale. O la va o la spacca, insomma.
La scelta non è esente da rischi. Dovrò affrontare una campagna estremamente insidiosa, viste le congiunzioni di liste che si profilano sia sulla sinistra che sulla destra. Oltretutto, sul fronte sinistro non è escluso che vi sia una doppia candidatura per gli Stati [Marina Carrobbio per il Ps e Greta Gysin per la lista Verdi/sinistra alternativa, ndr], il che rende tutto ancora più complicato, soprattutto al primo turno. La difesa del seggio liberale-radicale alla Camera dei cantoni è quindi un obiettivo impegnativo. Ed è per questo che abbiamo deciso di fare il tutto per tutto per salvarlo, concentrando la mia candidatura unicamente sulla Camera alta ed evitando di proporre il mio nome anche per il Nazionale.
Come siete giunti a questa conclusione ?
Abbiamo svolto attente valutazioni in seno al partito. Alla fine ci siamo convinti che con una candidatura ‘secca’ non lasciamo adito a dubbi sulle mie reali intenzioni. Una mia doppia candidatura Stati/Nazionale poteva essere letta come un segnale di opportunismo o di insicurezza. Non è assolutamente così e non volevamo dare quest’impressione. La nostra è una scelta di chiarezza a favore dell’elettorato.
Andrà a braccetto con Filippo Lombardi (Ppd), un po’ come fecero nel 1995 – con un ‘ticket’ implicito per arginare la Lega – Dick Marty (Plr) e Renzo Respini (Ppd)?
Non si tratta di andare a braccetto, ma occorre essere realisti: se tutti gli altri si coalizzano e i due partiti di centro continuano a camminare ognuno per conto proprio, su binari paralleli, la popolazione potrebbe anche non capirlo e i rischi aumentano. Vedremo prossimamente che forma dare ad una collaborazione elettorale che mi pare indispensabile. Una collaborazione tra Plr e Ppd che peraltro al Consiglio di Stati è quotidiana e ha sempre funzionato bene.
L’impressione è che Filippo Lombardi e Marina Carobbio ‘passino’ più facilmente di lei nell’elettorato. Crede di riuscire con il suo stile più compassato a convincere una maggioranza di elettrici ed elettori?
In quasi 30 anni di attività politica, ho sempre dimostrato di essere un fautore del dialogo e della politica della concordanza. Sono pronto a gettare ponti, a tessere alleanze trasversali tra i partiti pur di trovare soluzioni concrete. L’ho dimostrato anche ultimamente, proponendo un compromesso nell’ambito della revisione della Legge federale sulle assicurazioni. Penso che il mio profilo si attagli al sistema maggioritario, dove bisogna raccogliere parecchi voti anche al di fuori del proprio partito.
Il suo atout principale ?
Oltre all’esperienza, appunto questa mia disponibilità a confrontarmi apertamente e senza pregiudizi con le altre forze politiche. Una qualità che è sempre stata apprezzata dall’elettorato. Basti guardare i voti di panachage avuti nelle ultime elezioni al Consiglio nazionale.
La sua defezione dalla lista del Plr per il Nazionale non rischia di indebolire la posizione del suo partito nella lotta per la riconferma dei due seggi alla Camera del popolo?
Il nostro secondo seggio al Nazionale a rischio ? Lo escluderei. Siamo sempre il primo partito del cantone, non vedo alcun rischio. Anche perché la lista che ci apprestiamo a presentare è molto interessante e saprà coagulare il consenso di molte elettrici e di molti elettori.