Ticino

Ipotesi tandem ‘storico’

Due poli uniti verso le 'federali'. E il ‘centro’? Ppd e Plr valutano il da farsi. Spunta un’ipotesi: un’alleanza per salvare i seggi in pericolo.

(Keystone)
9 aprile 2019
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Un’alleanza di ‘centro’ tra Plr e Ppd per salvare i seggi a rischio a Berna, minacciati sia da una destra (Lega-Udc) che da una sinistra (Ps-Verdi e altre formazioni minori) che verosimilmente congiungeranno le rispettive liste? Mancano più di sei mesi alle elezioni federali: da qui alla metà di ottobre il contesto potrebbe anche cambiare in modo repentino. E poi nei quartier generali di Plr e Ppd in Ticino si comincia appena a ragionare a bocce ferme, alla luce dei risultati del Gran Consiglio giunti nella serata di ieri. Ma quella che di primo acchito sembra fantapolitica è più di una speculazione: «L’ipotesi è sul tavolo. Non escludo nulla a priori. Valuteremo nelle prossime settimane», dichiara alla ‘Regione’ il presidente del Ppd Fiorenzo Dadò.

A catalizzare l’attenzione è anzitutto l’unico – almeno al momento – dei 10 seggi della Deputazione ticinese che ad ottobre verrà lasciato libero: quello di Fabio Abate (Plr) agli Stati. La sinistra proverà ad accaparrarselo con l’attuale presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio Guscetti (Ps); e anche la destra ci proverà, con il consigliere nazionale democentrista Marco Chiesa e/o il leghista Battista Ghiggia, già candidato nel 2015 per il tandem Lega-Udc. Per il Plr il nome più accreditato è quello del consigliere nazionale Giovanni Merlini, che però sin qui non si è sbilanciato. Neanche l’altro ‘senatore’ ticinese, Filippo Lombardi, lo ha fatto. Ma alla fine dovrebbe essere ancora una volta lui – dal 1999 agli Stati – a correre per i popolari-democratici, grazie a un’ulteriore deroga che il Ppd cantonale non dovrebbe mancare di concedergli.

La contesa è aperta. Grazie alla lunga esperienza nelle istituzioni, alla carica di presidente della Camera del popolo e al fatto che è donna, Marina Carobbio può oggi sperare di pescare consensi anche al di fuori del bacino elettorale di riferimento, conditio sine qua non per spuntarla in un’elezione col sistema maggioritario come quella per il Consiglio degli Stati. A destra, anche Ghiggia o Chiesa partirebbero con giustificate ambizioni.

Una sinistra unita, una destra anche; che possono presentare buoni candidati, dal profilo ideologicamente non ‘spigoloso’, potenzialmente eleggibili anche da chi di solito non vota il loro partito, quindi in grado di rivaleggiare seriamente con un Giovanni Merlini (o chi per esso) e un Filippo Lombardi. Aggiungiamo pure a tutto questo la forma non certo esaltante che Ppd e Plr hanno dimostrato di avere a queste elezioni cantonali (in termini di schede nell’elezione per il Consiglio di Stato, il Ppd è ormai il quarto partito; e il Plr nell’elezione per il rinnovo del Governo ha fatto segnare il peggior risultato della storia): a questo punto, un centro diviso – con un Ppd che per di più vede il suo secondo seggio al Nazionale minacciato da una sinistra compatta, smaniosa di recuperare il mandato perso nel 2011 e che mette gli occhi anche su uno dei tre seggi di Lega e Udc – non rischia di finire schiacciato tra i due poli?

L’ipotesi è questa: il Ppd darebbe una mano al Plr a difendere il seggio lasciato vacante da Fabio Abate agli Stati (con un ‘ticket’ o una qualche forma di accordo/patto di non belligeranza tra Lombardi e il candidato liberale-radicale); in cambio, il Plr sosterrebbe (secondo modalità da definire) il Ppd nella difesa del secondo seggio al Nazionale. «Sarebbe logico che i due partiti collaborino di più», dice Fiorenzo Dadò. Per il presidente Ppd, «l’alleanza più logica sarebbe quella dei partiti di centro». Ma «non scarto ipotesi di alleanze con altre forze», puntualizza. «Finora, però, non è stato intavolato alcun tipo di discorso», aggiunge Dadò. Il presidente cantonale del Plr Bixio Caprara: «Disponiamo di un’ampia scelta di candidati di grandissima qualità». Ma un’alleanza col Ppd? «Prematuro» parlarne. «Lavoreremo volentieri con chi vorrà condividere valori comuni. Mi lascio sorprendere: molto dipenderà da quello che capiterà nei prossimi mesi», dice.

L’alleanza tra Plr e Ppd è da tempo realtà in molti Cantoni. Ma qui le costellazioni politiche sono diverse. E la storia ha il suo peso. A Sud delle Alpi una simile opzione sarebbe se non un azzardo, quantomeno una difficile scommessa.